Archivi mensili: Aprile 2024

Mobilità ecologica: le colonnine di Torino e il nuovo progetto di Ford


Mobilità ecologica: le colonnine di Torino e il nuovo progetto di Ford

Sempre più in crescita la transizione verso l’elettrico

Mobilità sostenibile. Uno sguardo al di là e al di qua dell’Oceano. Al termine del primo trimestre del 2024, andiamo a dare un’occhiata sullo stato di avanzamento dell’elettrico nell’automotive. Una notizia interessante arriva dagli Stati Uniti e coinvolge direttamente Ford.

Ford Pro, il brand globale dell’Ovale Blu che si rivolge ai clienti dei veicoli commerciali e alle flotte aziendali, ha sottoscritto un accordo con Xcel Energy, provider di energia elettrica e servizi che opera in 8 Stati americani, per la realizzazione di trentamila postazioni di ricarica per veicoli elettrici negli Stati Uniti entro il 2030 riservati alle flotte aziendali Ford. Il progetto si chiamerà “30×30”, i lavori inizieranno nel 2024 in Colorado e Wisconsin per poi proseguire in altri sei Stati.

Chiaro l’obiettivo: incoraggiare le aziende a un maggior utilizzo progressivo di veicoli ad alimentazione elettrica.

Detto degli Stati Uniti, che cosa sta invece accadendo in Italia? A che punto è la transizione ecologica delle quattro ruote nel nostro Paese?

Le ultime notizie fanno ben sperare. Perché al termine del primo trimestre di quest’anno il numero delle postazioni di ricarica su tutta la penisola è aumentato del 31,5% rispetto al 31 marzo 2023. Almeno secondo il monitoraggio compiuto da “Motus-E”, prima associazione in Italia formata da operatori industriali, filiera automotive, mondo accademico e movimenti di opinione, impegnata a sensibilizzare verso la mobilità elettrica.

A fare da traino verso questo cambiamento, soprattutto cinque regioni. La Lombardia, davanti a tutti con 10.158 installazioni, seguita da Piemonte (5.841), Veneto (5.167), Lazio (5.141) ed Emilia-Romagna (4.516).

Il Nord Italia è la zona più virtuosa, visto che ospita il 58% delle infrastrutture di ricarica presenti sul suolo nazionale.

La distribuzione disomogenea è però il freno all’affermazione della green mobility come avvenuto in altri Paesi d’Europa, per esempio la Norvegia, anche se proprio il risultato di questo inizio 2024 è di ottimo auspicio per il futuro.

Sulla rete autostradale sono presenti al momento 942 postazioni, di cui il 40% nelle aree di servizio. L’85% di esse è a corrente continua. Spostando la nostra analisi sulle città, notiamo come la Provincia di Torino occupi attualmente il quarto posto con 2.429 unità dietro Roma, Milano e Napoli. 778 di queste si trovano nel comune del capoluogo piemontese. E per individuare quelle più vicine, si può ricorrere a una delle tre mappe online predisposte per questo servizio come “Be Charge”, “Next Charge” o “Enel X”.

Il progetto negli States è solo l’ultimo atto, in ordine di tempo, dell’impegno di Ford nella mobilità sostenibile.

Da due anni a questa parte, l’Ovale Blu ha intrapreso con decisione un cammino di adesione e sostegno all’idea di decarbonizzazione del pianeta. A partire dall’immissione sul mercato di almeno nove esemplari di veicoli ibridi o totalmente elettrici.

Alcuni di questi sono già disponibili. Per cui, se ne volete

Sostenibilità ambientale: le idee di Ford e di Authos


Sostenibilità ambientale: le idee di Ford e di Authos

Dalla raccolta delle olive alla riduzione degli imballaggi

L’automotive del domani? Ancora più nel segno della sostenibilità. E non soltanto per l’avvento dell’elettrico. Questo perché le vetture potranno essere realizzate attraverso processi di economia circolare che implementino il fattore ambientale. Come la creazione di componenti per l’abitacolo in materiali biocompositi. Un’idea in cantiere da diversi anni e della quale si è parlato a più riprese. Perlomeno da quando i veicoli ad alimentazione ibrida si sono affacciati sul mercato.

Adesso però qualcosa si muove in concreto. Grazie a COMPOlive, il progetto di Ford finalizzato a realizzare proprio questi componenti attraverso il riciclo dei materiali di scarto della raccolta delle olive.

In Andalusia, regione della Spagna produttrice del 10% dell’olio mondiale, ogni anno la potatura degli ulivi genera almeno 7 milioni di tonnellate di scarti. Cioè, foglie, rami e fibre. Così gli ingegneri dell’Ovale Blu hanno pensato di utilizzarlo per abbinarlo a plastica riciclata e dare vita a una serie di prototipi di elementi della vettura come poggiapiedi e parti del bagagliaio. Questi si sono dimostrati robusti e resistenti al pari di quelli normalmente fabbricati in plastica. Al punto che adesso Ford sta valutando se riproporli su scala industriale, installandoli sulle nuove generazioni di veicoli elettrici.

Questa idea è sinonimo di lotta all’inquinamento, perché evita la combustione per lo smaltimento dei rifiuti. E riflette sotto un’altra veste la scelta del colosso statunitense di puntare verso una mobilità green, contribuendo a un futuro più sostenibile.

Riciclo ed economia circolare sono due valori centrali anche per Authos. Da quando abbiamo intrapreso il cammino virtuoso che ci ha permesso di raggiungere prima la certificazione ESG e poi lo status di società benefit, abbiamo messo in atto anche nuove politiche aziendali a favore dell’ambiente.

Come il riutilizzo quasi completo dei materiali da imballo forniti da Ford Italia. Rispetto al 2021, abbiamo registrato una diminuzione della quantità di rifiuti prodotti pari al 60%. Un risultato figlio della rottamazione dei veicoli, che hanno registrato una significativa variazione nell’anno oggetto di rendicontazione. In parallelo, i nostri rifiuti principali, cioè i veicoli fuori uso (CER 160104*), al termine del 2022 ha subito un drastico calo rispetto all’anno precedente, con una riduzione stimata di circa il 70% in termini di quantità assolute.

Inoltre, abbiamo adottato una serie di pratiche consapevoli per la riduzione del consumo di acqua in attività che ne richiedono il prelievo. Come l’installazione di impianti di lavaggio delle vetture, che consentono il riciclo di quasi tutto il quantitativo utilizzato. In questo modo, si riduce sia il prelievo dall’acquedotto che la quantità di acqua utilizzata.

Queste scelte rappresentano la consapevolezza da parte di Authos dell’importanza dell’elemento ambientale nella realtà odierna. Ciascuno di noi è chiamato a fare la sua parte e contribuire a uno sviluppo sostenibile del pianeta. Una condotta che significa anche avere maggiori prospettive sotto il profilo

Clamoroso! Harrison Ford figlio segreto di Henry Ford!


Clamoroso: Harrison Ford figlio segreto di Henry Ford!

Sconvolgente confessione del celebre attore di Hollywood

Una parentela impensabile per una notizia clamorosa: Harrison Ford, il celebre attore di Hollywood, è il figlio segreto di Henry Ford, il fondatore della famosa casa automobilistica. A rivelarlo, in un’intervista al mensile californiano “Stars and Secrets”, è stato proprio l’interprete di pellicole entrate nella storia del cinema come Guerre Stellari e Blade Runner.

L’annuncio ha provocato un vero e proprio terremoto in entrambe le famiglie, fino a oggi semplici omonime nella loro mondiale popolarità. Se sul set di casa Ford (Harrison) regna un disorientamento così forte da non rilasciare dichiarazioni, ai piani alti dell’Ovale Blu nessuno avrebbe mai immaginato che l’illuminato progenitore, oltre a creare un’auto di successo, avesse dato il suo contributo a mettere al mondo uno dei simboli del cinema moderno.

Personaggi come Indiana Jones, Ian Solo e Rick Deckard hanno conquistato milioni di appassionati con il loro coraggio, la loro intraprendenza e uno spiccato spirito di avventura. Le medesime qualità dell’uomo che ha dato loro un’anima e un volto: Harrison Ford.

Ottantadue anni il prossimo 13 luglio, stavolta più James Marshall (il presidente di Air Force One) che Richard Kimble (Il Fuggitivo), vista l’enormità delle sue dichiarazioni, tranquillamente paragonabile a quelle del principale inquilino della Casa Bianca.

Ma perché arrivano proprio adesso? E quale storia si nasconde dietro questa incredibile parentela?

La scelta di Harrison Ford nasce dalla promessa fatta nel 2004 alla mamma, Dorothy Nidelman, poche settimane prima che se ne andasse. Nel ventesimo della sua scomparsa avrebbe rivelato al mondo questo segreto che lei gli aveva confidato sul letto di morte.

Di origini ebree, la donna era giunta negli Stati Uniti insieme alla sua famiglia nel 1934. Sbarcati al di qua dell’oceano, i Nidelman si stabilirono a Dearborn, quartier generale della neonata fabbrica di Henry Ford. Le sue auto avevano cominciato a conquistare il mercato, grazie soprattutto alla Ford Model T. Il lavoro aumentava e c’era bisogno di nuova manodopera.

Così il magnate statunitense decise di allargare ben volentieri i cordoni della borsa, consapevole che più forza-lavoro gli avrebbe consentito di aumentare la produzione e, di conseguenza, veder lievitare gli introiti. E tra le numerose assunzioni ci fu spazio anche per il padre di Dorothy, che trovò un impiego come capomastro.

Poi, nel 1938, non appena compì i ventuno anni, fu il turno della figlia, desiderosa di dare una mano alla numerosa famiglia, visto che era la più grande di otto figli (quattro maschi e altrettante femmine). La sua abilità con le lingue straniere le consentì di trovare un posto nell’ufficio relazioni con l’estero. Ma fu solo l’inizio.

Seppur attempato, Henry Ford seguiva sempre quotidianamente l’attività della sua azienda. E in uno dei suoi passaggi conobbe Dorothy, rimanendo incantato dalla sua capacità poliglotta. La giovane parlava ben cinque lingue. Così la promosse segretaria nella direzione generale.

Il salto di