Al volante in dolce attesa

Nove mesi che cambiano per sempre la vita di due persone. La gravidanza è un punto di svolta nella vita di una coppia, ma soprattutto di una donna, che si ritrova a vivere sensazioni e trasformazioni fino a quel momento mai provate per le quali, in alcuni casi, deve adottare anche degli accorgimenti. Come quando si mette al volante della sua auto.

Innanzitutto è bene sgombrare gli equivoci dettati da antichi pregiudizi o esagerata cautela: le donne in gravidanza possono guidare. Non c’è nessuna legge a impedirlo e non è controproducente né per la salute loro e né, soprattutto, per quella del nascituro. A patto di prestare attenzione ad alcuni accorgimenti.

nuova-kuga-co-pilot
al-volante-in-dolce-attesa-pink

I principali riguardano i primi tre mesi dal concepimento, i più delicati perché il feto è in formazione, nei quali è meglio che la mamma non affondi il pedale sull’acceleratore qualora avverta nausea, spossatezza o senso di malessere. Questo per evitare ulteriori affaticamenti che potrebbero pregiudicare il controllo del veicolo, rischiando di incappare in qualche incidente.

Nei successivi tre mesi la gravidanza entra nella fase centrale, riconoscibile dal progressivo aumento delle dimensioni della pancia. Ma questo non autorizza a viaggiare senza cintura di sicurezza. Tutt’altro. Il Codice della Strada ne prevede l’obbligo, perché riduce il 50% di probabilità di danni al bambino in caso d’incidente e perché non indossarla potrebbe causare una detrazione di cinque punti sulla patente e una multa tra gli 80 e i 323 euro. Soltanto se la gravidanza dovesse essere riconosciuta come “a rischio” mediante apposito certificato dal ginecologo, che la diretta interessata dovrà comunque avere sempre con sé, allora la cintura potrà non essere indossata. Portarla, tra l’altro, non complica i movimenti al volante. Perché basterà qualche accortezza in più, tipo la fascia diagonale che attraversa il petto in mezzo al seno mentre quella orizzontale passa sopra le gambe e sotto l’addome, per non avere problemi. 

E si arriva all’ultimo trimestre. Il lieto evento si avvicina sempre di più ed è consigliato, dal settimo mese in avanti, farsi accompagnare per evitare uno stress che potrebbe provocare perdita di lucidità se non dei veri e propri svenimenti le cui conseguenze sarebbero facilmente intuibili. Per cui, in caso di stanchezza, è meglio lasciare ad altri la conduzione della vettura e vestire i panni della contessa della televisione, che aveva un Ambrogio pronto ad accompagnarla in lungo e in largo in ogni momento della giornata. 

Infine, alcuni consigli trasversali all’intera parabola natale: indossare sempre abiti larghi e comodi; controllare se la gravidanza rientri fra le coperture dell’assicurazione in caso di danni; tenere il volante distante almeno venticinque centimetri dal petto; non disattivare mai l’airbag, visto che è una sciocchezza pensare che metta a rischio l’incolumità del bambino perché quando entra in funzione colpisce il viso e il petto, ma non la pancia; mantenere una velocità moderata. Sempre che non si voglia chiamare il proprio figlio Niki, Michael o Fernando perché si desidera per lui un futuro da campione del motorsport… 

mamma-bimbi