Ford: d’ora in avanti sarà una Fiesta senza diesel

Diesel, la Fiesta è finita. A settembre Ford ha interrotto la produzione di auto a gasolio per una delle sue creature più celebri e di successo, lanciata nel 1976 e oggi giunta alla settima generazione. Gli ultimi esemplari per il mercato europeo sono stati fabbricati a Colonia in agosto, poi lo stop definitivo

Cessa così, dopo trentasei anni, il rombo di un motore che ha contribuito a scrivere pagine importanti della Ford famosa nel mondo come “l’ideale di vettura compatta”. Apparso per la prima volta nel 1984 sulla Fiesta “Mk II” in versione “1.6 XR2” con 53 CV, era capace di erogare una potenza tale da passare da 0 a 100km/h in 16.9 secondi. Sul modello successivo, l’“Mk III”, i cavalli arrivarono a 58 per aumentare a 75 con l’evoluzione “1.8 TD” a bordo della quarta serie, l’“Mk IV”, che aveva abbassato i tempi di reazione – da 0 a 100 km/h in 13.9 secondi – per toccare i 167 km/h. Eravamo a inizio millennio (2000-2002) dopodiché la progressione fu costante: 90 CV sulla “Mk V”, addirittura 95 CV sulla “Mk VI” a partire dal 2011 per merito dell’aggiornato “1.6 TDCi 8V DPF” (Euro5). Ad assicurare gli ultimi acuti, i quattro cilindri del “TDCi da 1.5 litri” con 85 e 120 CV, il cosiddetto EcoBlue, i cui modelli saranno disponibili sul mercato fino a esaurimento scorte, in grado di spingere la macchina fino ai 195 km/h

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Ma perché Ford ha deciso di fare a meno di un’alimentazione meno costosa rispetto a quella a benzina? Per una serie di motivazioni. Innanzitutto, economiche. In casa dell’Ovale Blu si sono accorti che il diesel vende sempre meno. Nel Vecchio Continente durante il 2019 è stato acquistato soltanto il 2% delle Ford Fiesta dotate di questa conformazione meccanica. Una cifra tale da non giustificare ulteriori investimenti, che in riva ai laghi del Michigan hanno preferito destinare al nuovo versante della mobilità su quattro ruote: l’ibrido. Cioè la seconda ragione di questo cambiamento epocale. Nella seconda metà del 2019 Ford aveva annunciato l’intenzione di una massiccia elettrificazione della sua flotta a partire dal 2020 per raggiungere al più presto l’obiettivo dell’Unione Europea di limitare le emissioni di CO2. L’emergenza sanitaria ha costretto a rivedere i programmi, tanto che il programma “Go Electric” è slittato al 2021. Non è un caso però che il tramonto della Fiesta diesel sia avvenuto in concomitanza con la nascita della versione EcoBoost Hybrid, che equipaggerà l’intera gamma dell’attuale versione grazie a un propulsore a tre cilindri integrato da una batteria a 48V. Un binomio garanzia di una duplice riduzione: dei consumi e dell’inquinamento atmosferico. L’ibrido leggero è una delle alimentazioni dell’automobile del futuro, il primo gradino lungo la scala della green mobility (full hybrid, plug-in hybrid e full electric gli altri) che ha riscosso notevoli apprezzamenti da parte del pubblico. Al punto che, secondo le statistiche, la Ford Puma Hybrid e la Ford Kuga Plug-In Hybrid risultano essere i veicoli di nuova generazione più venduti in Italia nel primo semestre di quest’anno.  

 

Un dato che fa capire come sia cambiato l’atteggiamento degli utenti, che guardano alla nuova frontiera motoristica anche per ragioni economiche. In Italia le vetture elettrificate beneficiano dei contributi statali (ecobonus) previsti fino al 31 dicembre 2021. Un’agevolazione per sensibilizzare gli acquirenti verso la mobilità sostenibile, che si fa preferire anche per la sua maggior predisposizione ad andare incontro ai parametri europei sulle emissioni di CO2, che a marzo sono stati abbassati a 95 g/km. Continuare a preferire un veicolo a diesel potrebbe quindi provocare a breve problemi di circolazione, perché questa potrebbe essere nociva per l’atmosfera. Senza dimenticare, infine, come lo scandalo “Dieselgate” del 2015 abbia generato sfiducia verso i mezzi con questa motorizzazione da parte delle persone, che temono di dover pagare delle sanzioni qualora scoprissero all’improvviso che il loro non sia a norma o, nella peggior delle ipotesi, di essere costrette a sostituirlo.

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