Gatto a bordo:

tutto quello che c’è da sapere

L’8 agosto si celebra la “Giornata Internazionale del Gatto” e molti felini di tutto il mondo, complice un calendario che fa l’occhiolino alle vacanze, la festeggeranno con i loro proprietari mentre saranno in viaggio verso il mare o la montagna.

Ma se anche noi ne possedessimo uno e volessimo portarlo a godersi il meritato relax lontano dallo stress cittadino, che cosa dovremmo fare? Bisogna seguire una procedura particolare perché possa salire in macchina con noi?

Per quanto soluzione oltremodo sportiva, non possiamo certo sistemarlo all’esterno, magari posizionando la sua cesta sul tettuccio della vettura in una riproposizione su quattro ruote di quanto fatto sul proprio sidecar da Edgar, il maggiordomo del cartone animato Gli Aristogatti. E, pur essendo un’indiscutibile manifestazione d’affetto, nemmeno possiamo tenerlo fra le nostre braccia come il capo della Spectre nei film di James Bond. Tutto questo perché esiste una regola ben precisa da rispettare: quando è a bordo della nostra auto, il gatto deve obbligatoriamente stare dentro al trasportino, la gabbia di piccole dimensioni predisposta al trasporto degli animali domestici che avevamo già trovato quando avevamo parlato dei cani. Si tratta di una disposizione che si rifà all’articolo 169 del codice della strada, che prevede come i nostri amici a quattro zampe, durante il viaggio, non debbano costituire alcun impedimento per la guida. Anche perché, in caso d’infrazione, sono previste multe che possono arrivare fino a 335 euro con annessa sottrazione di punti dalla patente.

Tra l’altro, è consigliato stabilizzare il trasportino dentro l’abitacolo mediante le cinture di sicurezza, così da ridurre al minimo quelle oscillazioni che potrebbero creare enorme disagio al micio. Il gatto infatti, per natura, oltre che territoriale e abitudinario, è un animale molto sensibile e la minima variazione ambientale può generargli un forte stato di tensione emotiva. Per cui, alcuni giorni prima della partenza, conviene sottoporlo a un processo di progressivo adattamento al viaggio, fatto di piccoli tragitti (per esempio, portarlo con noi mentre andiamo al supermercato) e di abitudine al trasportino, che per esempio si può lasciare aperto accanto alla sua cesta con all’interno alcuni indumenti impregnati del suo odore. In questo modo, familiarizzerà con la sua nuova casa e, quando sarà il momento, oltre a non opporvi resistenza, non subirà ripercussioni psicologiche.

Per rendere il suo stato d’animo ancora più conciliante ed evitare che accusi la cinetosi, il “mal d’auto” degli animali, è bene seguire anche altri accorgimenti. A cominciare dall’ultimo pasto, che deve consumare tra le sei e le otto ore prima del viaggio, e dallo scioglimento in una ciotola d’acqua, a pochi minuti dall’accensione dei motori, dei fiori di Bach, cioè delle gocce rilassanti utili a gestire meglio lo stress causato dal cambio di scenario. In alternativa ai fiori si può usare lo zenzero oppure, se si preferisce un farmaco ai rimedi naturali, può andar bene un antiemetico come la cloropromazina.

Sempre a favore di una maggior familiarizzazione con il nuovo ambiente e per evitare che si spaventi, conviene spruzzare dentro al trasportino, a circa venti minuti dalla partenza, il “Feliway”, un prodotto che riproduce i feromoni del gatto e lo tranquillizza. Una soluzione che solitamente va a buon fine, anche se in qualche caso potrebbe sortire l’effetto opposto perché il diretto interessato potrebbe ipotizzare che un suo simile abbia marcato il suo territorio. Quando poi dalla vostra abitazione raggiungerete la vostra auto, assicuratevi di coprire il trasportino con un panno così il gatto non si spaventerà. E prima di partire, ricreategli le situazioni che vive tra le mura domestiche, lasciandolo in compagnia dei suoi giochi preferiti e del tiragraffi. Infine, tenete con voi una ciotola e una bottiglia d’acqua per dissetarlo durante le soste nelle quali, prima di farlo uscire per sgranchirsi le zampe, converrà che indossi una pettorina col guinzaglio per evitare che possa fuggire.