Francesco Di Ciommo: “Futuro delle imprese? ESG e innovazione”

La filosofia del numero uno di Authos all’evento “Ripartiamo dalle idee”

«Non conta “che cosa” si fa, ma “come” si fa». Ha esordito così Francesco Di Ciommo, presidente e CEO di Ford Authos, a “Ripartiamo dalle idee”, evento organizzato da “Torino Magazine” ed “Edit Space for People” che si è tenuto presso l’Edit Garden di Torino martedì 19 settembre.

Poche ma efficaci parole per sintetizzare la sua filosofia di impresa e introdurre il tema del suo intervento: l’importanza dell’innovazione per un’azienda. Un argomento oggi al centro di più dibattiti tra gli imprenditori, ma che rimane spesso prigioniero di un alone di indefinitezza. Motivo? L’incapacità di rispondere innanzitutto a una domanda: che cosa significa “innovare”?

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Grazie alla sua esperienza alla guida di Authos, passata in un decennio da realtà prossima al fallimento a società dal futuro prosperoso, Di Ciommo ha le idee ben chiare sul punto: «Innovare, è la capacità di cambiare in maniera semplice».

Un obiettivo che un imprenditore può centrare se possiede un requisito ben preciso: il coraggio. «Oggi, il passo più grosso è il coraggio di cambiare, la volontà di implementare il cambiamento in un mercato che, se si vuol fare il profitto in maniera longeva, bisogna avere la capacità di approcciare con semplicità» ha spiegato Di Ciommo. Che poi si è soffermato su come attuare questa teoria: «Non sono necessari investimenti miliardari o a livello tecnologico, ma cercare le persone giuste per ogni dipartimento dell’azienda, prestare attenzione al mercato e saperlo interpretare a dovere».

Questa attitudine per un’azienda equivale innanzitutto a sapersi adattare ai cambiamenti. Anche i più improvvisi. Come una pandemia che obbliga a stravolgere il proprio modello di business. «Quanti di voi erano preparati alla digitalizzazione e a saper creare il delivery, normale negli Stati Uniti dove ho lavorato ma non a Torino?» è stata la riflessione ad alta voce di Di Ciommo. Che ha proseguito: «La pandemia ci ha messo davanti a un problema: essere digitalizzati e innovativi per poter essere adattabili al nuovo mercato».

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Nel quale un’altra tappa fondamentale per ogni azienda che vorrà recitare un ruolo da protagonista nei prossimi anni sarà la virtuosità. Cioè, soddisfare i requisiti ESG (Environmental, Social and Governance) e rappresentare un ottimo modello di sviluppo sostenibile. Dove si rispetta l’ambiente, si favorisce l’inclusione sociale e ci si adopera per un benessere dei propri dipendenti.

Tre concetti alla base del nostro modello dell’ultimo triennio, che ci hanno permesso, come Authos, di ottenere la certificazione ESG (dicembre 2021) e lo status di società benefit (febbraio 2023).

Traguardi cercati e voluti da Di Ciommo, che li reputa indispensabili per ispirare fiducia ai consumatori del domani. «C’è un dato importante, frutto di ricerche a livello internazionale. La generazione “Z”, quella dei ragazzi tra i quattordici e i sedici anni, fra cinque anni sarà disposta a compare un bene o un servizio anche a un prezzo più alto, se vi riconosceranno un’azienda che trasmette valori di ambiente e di inclusività e una governance corretta».

ESG non è dunque una sigla astratta. Ma una richiesta del mercato. E non soddisfarla, esporrà a conseguenze pesanti. Lo sottolinea Di Ciommo al momento di concludere: «Se non siete ESG, non potrete partecipare ai bandi di finanziamento dell’Unione Europea. Se non siete ESG, il costo del denaro aumenterà sempre di più e le banche vi diranno: “Non vi diamo più soldi”».

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