asfalto dei miracoli

Quando Ford spinse la Williams nella storia della Formula-1

Quarantacinque anni fa, i motori dell’Ovale Blu timbravano i primi titoli mondiali del celebre team britannico

Un mese da incorniciare per un anno indimenticabile. Con Ford a fare da regista. Nel settembre del 1980 la Williams scrisse una pagina storica dell’automobilismo e della casa motoristica americana. Perché conquistò per la prima volta il titolo di campione del mondo di Formula-1 sia nella classifica piloti che in quella dei costruttori.

Una doppietta dopo cinque anni dal debutto nella massima competizione sportiva per le quattro ruote (12 gennaio 1975, Gran Premio d’Argentina) e a poco più di uno dal primo hurrà (14 luglio 1979, Silverstone, Clay Regazzoni).

williams ford
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Ma soprattutto una doppietta marchiata Ford. Perché le “FW07B” guidate da Alan Jones e Carlos Reutemann furono spinte verso la consacrazione dal celebre propulsore ideato da Mike Costin e Keith Duckworth. Un otto cilindri aspirato a iniezione meccanica Lucas che erogava una potenza di circa 450-490 CV a 9.000 giri al minuto. Quattro alberi a camme in testa, blocco e testate in lega di alluminio, trentadue valvole e 2.993 cm3. Un’identità inconfondibile.

Il titolo costruttori arrivò il 14 settembre, al termine del Gran Premio d’Italia, concluso al secondo e al terzo posto. Stroncata la concorrenza delle avversarie. Basti pensare che la Ligier, seconda classificata, totalizzò poco più della metà dei punti del team britannico.

Altro dato impressionante. Quel pomeriggio a Monza la Williams aveva appena disputato la sessantottesima corsa della sua avventura in F1. Iniziata nel 1975, visse uno stop nel 1977 perché il miliardario canadese Walter Wolf, che nel frattempo aveva acquistato la scuderia (la “Frank Williams Racing Cars“), volle dar vita a una squadra col suo nome.

Al che Williams e il suo inseparabile socio e amico, Patrick Head, fondarono la “Williams Grand Prix Engineering”, che dal 1978 ritornò sulla griglia di partenza con una nuova livrea: bianca con rifiniture verdi.

williams ford

Era un omaggio cromatico al nuovo e munifico sponsor, la Saudia Airlines, la compagnia aerea dell’Arabia Saudita. Più liquidità significò materiali e risorse migliori. Così la squadra nel 1980 realizzò il sogno con sei vittorie su quattordici appuntamenti. Ad abbellirle, diciotto podi, sei giri più veloci e tre pole-position.

Grazie al suo carattere deciso e pragmatico, l’australiano Alan Jones vinse la concorrenza interna con l’argentino Carlos Reutemann. E fin dal successo inaugurale di Buenos Aires, dove fu protagonista di una rimonta dopo un pit-stop forzato per un pezzo di carta nei radiatori, si candidò al titolo.

Ma non fu una passeggiata. Nelle prime sei gare fronteggiò la concorrenza di Arnoux (Renault), Pironi (Ligier) e Piquet (Brabham), autori complessivamente di quattro vittorie. La svolta arrivò con la vittoria al Gran Premio di Francia, anteprima di un’estate trionfante. Una vittoria, Silverstone, e due podi, Germania e Austria, favorirono la fuga iridata.

Il sogno però rischiò di spezzarsi dopo il primo giro di Zandvoort. Un problema a una minigonna lo costrinse a un pit-stop imprevisto alla fine del secondo giro. Era in testa, scivolò ultimo e risalì solo fino al tredicesimo posto. Vinse Piquet (Brabham Ford), che si ripeté anche a Monza e prese il comando della classifica per un punto. Proprio nel giorno in cui la Williams festeggiava il titolo Costruttori.

williams ford
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Mancavano due gare alla fine: Canada e Stati Uniti. Addetti ai lavori e appassionati pronosticavano un finale iridato allo sprint.

Sennonché già a Montréal calò il sipario. Al 23°giro una nuvola di fumo fermò la corsa di Piquet, fino a quel momento al comando. Jones, secondo, non poté ricevere regalo più bello. Anche se di lì a venti giri dovette lasciare strada a uno scatenato Pironi. Ma il francese, una volta tagliato il traguardo, subì una penalizzazione di un minuto per aver anticipato la partenza. E scivolò dal primo al terzo posto, dietro anche l’altra Williams di Reutemann.

Così, grazie ai nove punti della vittoria, Jones si aggiudicò l’unico alloro della sua carriera. Mentre Ford brindò al decimo pilota campione del mondo con i suoi motori. E quella domenica 28 settembre 1980, in riva alle acque dell’Île di Notre-Dame, guardava tutti dall’alto verso il basso di questa speciale classifica.