Archivi mensili: Gennaio 2023

Ford Fiesta: la fine di un’era


Ford Fiesta: la fine di un’era

A giugno la storica city car andrà in pensione

Un video per dire “addio”. Ford ha scelto un filmato di breve durata (poco più di due minuti), ma di grande emozione (un nonno che parla al nipote), per comunicare al mondo l’uscita di scena di una delle sue creature più celebri: Ford Fiesta.

Dal prossimo mese di giugno, l’Ovale Blu cesserà la produzione della sua famosa city car. Due i motivi. Le nuove preferenze degli automobilisti, sempre più orientati verso il modello SUV o crossover, e la progressiva elettrificazione del mercato delle quattro ruote. Tanto che Ford Fiesta sarà sostituita con due vetture full electric frutto della partnership tra Detroit e Volkswagen.

L’uscita di scena di Ford Fiesta chiude un’era. Non solo per Ford, ma per tutto il mondo dell’automobile. Perché si tratta di un’auto storica, che dal 1976 ha accompagnato la vita di almeno quattro generazioni di persone in tutti e cinque i continenti.

Un successo planetario dovuto all’anima di questo modello, che si ritrova nel video del suo commiato: “Non un’auto grande o di lusso, ma un’auto pensata per le persone”. Famiglie, single, giovani o anziani, non importava. Come non contava il loro tenore economico. Attraverso Ford Fiesta l’intento era di soddisfare le esigenze di mobilità di tutti coloro interessati ad avere un’automobile.

Un obiettivo centrato. E in modo straordinario. Si calcola infatti che in quarantasette anni ne siano stati venduti circa diciannove milioni di esemplari a ogni latitudine.

Un trionfo fin dal debutto, avvenuto a metà anni Settanta per conquistare il mercato europeo dove imperversavano analoghi modelli della concorrenza (Fiat 127, Renault 5, Polo Volkswagen). A conquistare, fu innanzitutto il nome, sinonimo di allegria e dinamismo. A sceglierlo, Henry Ford II in persona. Fu un omaggio anche all’allora sovrano di Spagna, Juan Carlos, col quale aveva stretto un accordo per l’apertura dello stabilimento Ford di Almussafes (a due passi da Valencia).

La prima serie, denominata “MkI” e dall’aerodinamica essenziale, si distinse soprattutto per la trazione anteriore e il motore (Ford Kent 4 cilindri) trasversale. Cambio manuale a quattro marce, fu disponibile soltanto nella versione a benzina e con tre porte. Ebbe subito un grande impatto, tanto che nel 1983 fu lanciata la seconda generazione.

La “Mk II” spiccò per il cambio a cinque rapporti su tutta la gamma, il passo più lungo e il debutto della versione diesel, la 1.6. Novità anche sulla carrozzeria con il posteriore più bombato, nuovi fari posteriori e nuovo frontale dei fanali rettangolari.

Una vera e propria svolta si ebbe con la “Mk III“. Presentata al Salone di Ginevra del 1989, conquistò i mercati fino al 1995. Merito di forme morbide e rotondeggianti, anticipatrice del design delle vetture degli anni Novanta. Disponibile in ben undici modelli, alcuni dei quali con cambio automatico, si segnalò anche per il motore più potente. I diesel passarono da 1.6 a 1.8

Ecoincentivi: un’altra bella storia di Authos


Ecoincentivi: un’altra bella storia di Authos

Presso le nostre sedi, molti più vantaggi rispetto a quelli statali

Un’altra bella storia di Authos. Protagonisti? Gli ecoincentivi.

Dal 10 gennaio di quest’anno sono nuovamente disponibili i finanziamenti governativi per l’acquisto di un nuovo veicolo a due o quattro ruote. 630 milioni di euro è la cifra stanziata dall’esecutivo che, come in passato, sarà rivolta a mezzi interamente elettrici, plug-in hybrid, ibridi, mild-hybrid, benzina e diesel. 

Per i primi, fascia di emissioni di CO2 da 0 a 20 grammi, previsti complessivamente 190 milioni di euro, a patto di acquistare un veicolo con prezzo di listino uguale o inferiore a 35.000 euro (più IVA). Sale a 45.000 euro (sempre più IVA) il tetto di spesa per i secondi, cioè mezzi con emissioni di CO2 comprese tra 21 e 60 g/km, per i quali sono previsti 235 milioni di euro.

Ecoincentivi statali: quali cifre?

Stanziamento invece più contenuto, 150 milioni di euro, per le auto della terza fascia (emissioni comprese tra 61 e 135 g/km). Qui, oltre alle hybrid e alle mild hybrid, sono comprese anche quelle a benzina e a diesel. A patto che non si superino nuovamente i 35.000 euro come costo (IVA esclusa).

Per accedervi, si dovrà dichiarare di mantenere il nuovo veicolo per almeno dodici mesi. Mentre la rottamazione sarà possibile a patto che il mezzo sia fino a classe Euro 4 compresa e in possesso allo stesso nucleo di famiglia almeno da dodici mesi.

Gli ecobonus statali hanno però un limite. Riservano agevolazioni limitate per i veicoli commerciali, 15 milioni di euro esclusivamente per i full electric, e nella stragrande maggioranza dei casi prevedono solo ecoincentivi in caso di rottamazione, per veicoli elettrici e rottamando fino a euro 3 compreso.

Ecoincentivi Authos: quali vantaggi?

Raccontano invece tutt’altra storia gli ecoincentivi Authos. Anche quest’anno, presso le nostre sedi, il ventaglio dell’offerta sarà più ampio e vantaggioso. Per cui ciascuno potrà trovare l’offerta più congeniale. Partiamo dalle auto.

Su ciascuna vettura, indipendentemente dalla tipologia di alimentazione (elettrica, ibrida o termica), Authos raddoppierà l’ecoincentivo statale partendo da 2.000 euro e arrivando anche, in alcuni casi, a 3.000 euro in più. Ai quali c’è da sommare anche lo sconto previsto da Ford Italia. Una serie di agevolazioni che permetteranno notevoli risparmi. Vediamone alcuni.

Per una Ford Fiesta si risparmieranno complessivamente 5.750 euro. Per una Ford Kuga, sia diesel che full hybrid, si oscilla dai 9.000 fino addirittura a 11.750 euro.

Ecoincentivi Authos: anche su Mustang Mach-E

Ma c’è di più. I vantaggi di Authos consentono un notevole risparmio sui mezzi della gamma tra i più appetibili dal pubblico per le loro caratteristiche. Come  Ford Ecosport, sul quale si arrivano a risparmiare 5.150 euro. Una cifra che raddoppia per Ford Explorer (18.000 euro). Mentre grazie esclusivamente ai nostri sconti nelle nostre concessionarie

Ken Block: l’improvvisa scomparsa dell’acrobata Ford


Ken Block: l’improvvisa scomparsa dell’acrobata Ford

Se n’è andato a soli cinquantacinque anni un’icona del motorsport

L’ultimo volo dell’acrobata. Si è aperto con una tragedia il 2023 del motorsport e di Ford. Il 2 gennaio, ha cinquantacinque anni, è morto Ken Block, pilota di rally e funambolo della velocità. Fatale un incidente mentre era a bordo della sua motoslitta sui pendii innevati dello Utah, nella contea di Wasatach, dove viveva con la moglie Lucy e i tre figli. Impegnato in un’escursione con i suoi amici, mentre percorreva la discesa di un erto pendio, è rimasto schiacciato dal suo mezzo, che si è ribaltato all’improvviso.

Nato nel 1967 a Long Beach, in California, e animato da sempre da una grande passione per la velocità e le quattro ruote, Block debuttò nei rally a trentasette anni. Un’età avanzata, quando di solito alcuni piloti cominciano a meditare il ritiro, ma che ha una spiegazione.

Fino a quel momento Block era stato un imprenditore. E di notevole successo. Nel 1994 aveva creato il marchio “DC Shoes”, un modello di scarpe inizialmente pensato per lo skateboard, un’altra sua grande passione, che poi però si trasforma in un brand di massa. Tanto da fatturare oltre 250 milioni di dollari nel 2002. Due anni dopo lo vende per 113 milioni di dollari.

Nel 2005 il passaggio alle corse. A livello nazionale, nel campionato statunitense. Dove si mise subito in mostra, aggiudicandosi l’anno successivo il titolo di “Rookie of the year”, il riconoscimento per il miglior esordiente. Dal 2007 al 2009, iniziò a togliersi varie soddisfazioni, soprattutto agli “X-Games”, aggiudicandosi medaglie di argento e di bronzo.

Nel 2010, la svolta della sua carriera. Grazie al sostengo di “M-Sport”, mise su una squadra, la Monster World Rally Team, con la quale iniziò il suo rapporto con Ford e debuttò nel campionato del mondo.

Fu l’alba di una fortunata collaborazione. Prima a bordo di una Ford Focus RS WRC e successivamente di una Ford Fiesta RS WRC, fino al 2014 prende parte a diverse tappe della rassegna iridata. Alcune celebri, come il Rally di Svezia o il Rally di Gran Bretagna. I risultati non gli sorridono granché. Il miglior piazzamento è un settimo posto al Rally del Messico del 2013 (co-pilota l’italiano Alex Gelsomino). Però Block riesce a distinguersi per il suo stile di guida estremo, sempre alla ricerca del limite. Talvolta anche “oltre”, al punto da accendere i cuori degli appassionati. Tanto da essere ribattezzato “il re dei traversi”.

Un soprannome divenuto una vera e propria carta di identità a partire dal 2008, quando iniziò la produzione su YouTube dei video di “Gymkhana”, un format a episodi nei quali esibì le sue acrobazie al volante. Controsterzi, frenate a ruote fumanti, salti e “donut”, cioè cerchi disegnati sull’asfalto con le gomme dell’auto. Li gira per dieci anni, fino al 2018, soprattutto a bordo dei due modelli Ford che lo hanno accompagnato per tutta la carriera:

Un’auto da film: quando il cinema sceglie Ford


Un’auto da film: quando il cinema sceglie Ford

A bordo dei modelli dell’Ovale Blu resi celebri dal grande schermo

Che spettacolo guidarle! Soprattutto davanti a una macchina da presa. Amate e ammirate dagli automobilisti di tutto il mondo, le vetture a marchio Ford hanno saputo essere anche auto da film in tutti i sensi. Perché protagoniste di pellicole che hanno scritto la storia del cinema per entrare nell’immaginario di milioni di persone. E a molti di voi magari sarà capitato di rivederne le gesta in questi giorni. Perché durante le settimane natalizie, complice il clima vacanziero, si trascorre più tempo davanti alla tv per rilassarsi.

In questo nostro breve viaggio, vogliamo parlarvi delle più rappresentative.

Anni Sessanta 

Più che una vita, in molti vorrebbero un’auto come Steve McQueen. Che in Bullitt, celebre film a cura di Peter Yates e sui grandi schermi a partire dal 1968, stringeva fra le mani il volante di una Ford Mustang GT390. Protagonista di una delle scene più famose di Hollywood grazie al propulsore Ford otto cilindri e la sua potenza da 330 CV: l’inseguimento lungo le strade di San Francisco del criminale interpretato da Bill Hickman.

La carrozzeria verde scura metallizzata e i cerchi da corsa Torq Thrust hanno reso immortale quel modello. Tanto che fu restaurato e nel 2018, in occasione del cinquantesimo del film, fu esibito al “Salone internazionale dell’auto” di Detroit assieme alla presentazione della Mustang Bullitt Limited Edition.

Anni Settanta

Decennio indimenticabile. Cinque anni dopo Steve McQueen, è il turno di John Le Pat. E della sua Ford “Deuce” Coupé gialla “Model B” (cioè la versione a otto cilindri) targata THX 138 e icona di un film altrettanto indimenticabile: American Graffiti. Entrato fra i migliori cento del cinema americano anche grazie a questa scelta del regista George Lucas, da sempre grande appassionato di auto storiche.

Invece nel 1978 salì alla fama un altro modello vintage: la Ford De Luxe di Grease. Randal Kleiser optò per questa creatura dell’Ovale Blu del 1948 per alcune scene del suo celeberrimo musical. Dove compare in tre vesti. Come ammasso di ruggine; rosso fiammante – Grease Lightning, “fulmine alla brillantina” – per le peripezie di un altrettanto scatenato John Travolta; bianca e decorata da fulmini di argento bordati di rosso per la sfida tra lo stesso Travolta e il rivale d’amore interpretato da Dennis Stewart.

Anni Novanta

Senza scene degne di nota negli anni Ottanta, l’Ovale Blu torna a far sentire il rombo della sua storia nell’ultimo decennio del secolo. Merito di altre due sue creature indimenticabili.

La prima è la Ford Thunderbird Cabriolet biposto del 1966 color turchese metallizzato. Motore otto cilindri, 345 CV di potenza e cambio a tre rapporti, il suo abbinamento cromatico ai più avrà già svelato il titolo del film: Thelma&Louise. Il road movie di Ridley Scott, vincitore del premio Oscar per la miglior sceneggiatura e famoso per le gesta delle protagoniste, Susan Sarandon