Archivi mensili: Dicembre 2020

Ford-Ferrari: una rivalità da cinema

Ford-Ferrari
Una rivalità da cinema

La prima volta non si scorda mai e talvolta finisce al cinema. Specialmente se è la vittoria in una delle gare automobilistiche più celebri del mondo: la 24 Ore di Le Mans. E’ in tutti i cinema il film “Le Mans ’66 – La Grande Sfida”, dedicato al battesimo del trionfo di Ford nella competizione icona delle corse di durata. A portarlo sul grande schermo, il regista James Mangold e un cast di attori fra i quali spiccano Matt Damon e Christian Bale, rispettivamente nei panni di Carroll Shelby e Ken Miles, ovvero il progettista e l’ingegnere-pilota artefici della Ford GT40 Mk2, l’auto che riuscì nell’impresa.

Già perché quel successo fu una vera e propria opera d’arte del motorsport per tre motivi: perché la casa di Detroit occupò tutti e tre i gradini del podio; perché interruppe il dominio Ferrari che durava dal 1960; soprattutto, perché permise a Henry Ford II di prendersi la rivincita sul costruttore modenese dopo il gran rifiuto di quest’ultimo a cedergli la scuderia nel 1963.

Proprio quest’ultima ragione fu la molla che spinse la casa americana a gettarsi nel mondo delle corse. Fino a quel momento si era dedicata alla produzione di auto da strada, salvo rendersi conto che dalle competizioni avrebbe potuto guadagnare in termini di visibilità e popolarità. Quelle di cui all’epoca già godeva Ferrari, che nel 1929 aveva lasciato l’Alfa Romeo per mettersi in proprio e costruire vetture col suo nome che primeggiassero nell’automobilismo sportivo. Un obiettivo pienamente centrato, perché a inizio anni Sessanta il marchio di Maranello vantava già sei titoli mondiali di Formula 1, cinque 24 Ore di Le Mans, sei 12 Ore di Sebring e un’affermazione nella neonata 24 Ore di Daytona. Queste ultime due si tenevano negli Stati Uniti e permettevano al Cavallino Rampante di occupare le prime pagine dei giornali americani, suscitando non poco fastidio in casa dell’Ovale Blu che, nonostante i massicci investimenti pubblicitari, vedevano il loro nome rimanere nell’ombra. Decisero allora di acquistare la scuderia italiana, che versava in situazioni finanziarie oltremodo precarie, e nel 1963 avviarono le trattative per un affare stimato intorno ai dodici milioni di dollari. Ma al momento di chiudere l’affare, Enzo Ferrari si oppose perché si rese conto che non avrebbe più avuto il controllo del Reparto Corse, per il quale l’ultima parola sulle decisioni da prendere sarebbe dovuta arrivare da oltreoceano.

Per Ford fu un’umiliazione alla quale volle rispondere lanciando il guanto di sfida nella 24 Ore di Le Mans e ingaggiando le migliori risorse umane del settore presenti negli Stati Uniti. A cominciare proprio da Carroll Shelby, che si era aggiudicato Le Mans nel 1959 salvo poi ritirarsi dalle scene per problemi cardiaci e aprire un piccolo team per conto proprio, assunto come progettista di quella che sarà la prima Ford GT40. Però, sia nel 1964 che nel 1965, furono più fiamme che fuoco. Perché le “Mk1”, pur più potenti della concorrenza, si

Mustang Mach-E: quando il mito incontra il futuro


Mustang “Mach-E”: quando il mito incontra il futuro

L’impensabile è realtà. Lunedì 21 novembre, al “Los Angeles Auto Show”, Ford ha svelato al mondo la sua ultima e avveniristica creatura: la Mustang Mach-E, il primo SUV elettrico dell’Ovale Blu. Una novità all’insegna dello stupore. Perché nessuno avrebbe mai immaginato che l’emblema dell’auto sportiva per eccellenza, quella Mustang che dal 1964 ha fatto sognare milioni di persone grazie al suo travolgente mix di potenza e libertà, potesse essere concepito con il sibilo delle centraline elettriche al posto del rombo del celeberrimo V8.

Invece è successo. E la vettura uscita dal “Team Edison”, la sezione di Detroit incaricata di produrre veicoli alimentati esclusivamente a batterie, si presenta con una serie di novità tale da lasciare un segno indelebile nelle menti e nei cuori degli appassionati.

Mustang Mach-E: estetica e tecnologia

Di base, il design della Mach-E ricorda il celebre coupé con il mantenimento di una sagoma aggressiva, ben visibile dalle fiancate slanciate e dall’inconfondibile fanaleria tripartita all’anteriore e al posteriore.

Invece tutt’altra veste per la maschera anteriore sotto il cofano. Niente più griglia, poiché non c’è più necessità di avere una presa d’aria per il raffreddamento del propulsore, e spazio al riempimento della carrozzeria. Il mantenimento delle temperature delle batterie sotto il livello di guardia avverrà invece in forma liquida, grazie a un dispositivo posizionato sotto il fondo della vettura che entrerà in funzione in automatico.

Tecnologica e futuristica anche l’apertura grazie al sistema “E-Latch”, che rileva la persona nelle vicinanze della macchina, connettendosi allo smartphone e sbloccando le portiere, che si aprono con un semplice tocco e senza fare più ricorso alla classica maniglia.

Dimensioni e abitacolo

Anche le misure contribuiscono al mantenimento dello status di sport car della Mach-E. 4,7 metri di lunghezza ai quali si accompagnano gli 1,8 metri di larghezza e gli 1,5 metri di altezza. A farne percepire l’imponenza contribuisce anche il passo, detto “interasse”, cioè la lunghezza tra l’asse delle ruote anteriori e quelle posteriori, pari a 2,98 metri.

Spostandoci dall’esterno all’interno, non si può fare a meno di rimanere sbalorditi dal display touchscreen a 15.5 pollici col quale regolare funzioni come la climatizzazione e dalle ampie dimensioni dell’abitacolo: cinque posti che non è iperbolico definire “abitabili” e doppio bagagliaio dalla differente capacità: 402 litri al posteriore e 100 all’anteriore per la versione a cinque posti, 1420 litri e 100 litri per la biposto.

Mustang Mach-E: la potenza

Al contrario di un facile scetticismo nei confronti delle sue prestazioni, la peculiarità della Ford Mustang termica si conferma anche nel format elettrico. Da 0 a 100 km/h in addirittura cinque secondi per la versione GT, la top della gamma che sprigionerà ben 465 CV.

Invece i due modelli che dalla fine del 2020 saranno disponibili in Italia, il Mach-E e l’AWD, impiegheranno tra i sette e gli otto secondi per raggiungere le tre cifre sul tachimetro e scaricheranno a terra, rispettivamente, un massimo

Sportiva, aggressiva e tecnologica. In tre parole: Nuova Ford Puma

Sportiva, aggressiva e tecnologica.

In tre parole: Nuova Ford Puma Nomen omen, dicevano gli antichi. Il destino nel nome. E la Nuova Ford Puma ne è la dimostrazione, perché sinuosa, aggressiva e potente come il noto felino. Al quale rimane fedele sebbene abbia trasformato le sue dimensioni rispetto ai modelli d’esordio. Se alla fine degli anni Novanta era un coupé che faceva venire l’acquolina in bocca agli amanti dell’avventura e delle auto sportive, al giorno d’oggi fa il suo ingresso nella grande famiglia dei crossover. Merito di un design profondamente modificato, che richiama alla mente il mondo dei SUV senza però sminuire le peculiarità delle origini. E proprio in questo suo DNA, inalterato nonostante il tempo che scorre, risiede il segreto del suo successo, che la fa essere una vettura ancora ambita dagli appassionati.

ATTRAZIONE FATALE – Basta uno sguardo e lei ti conquista. La Nuova Ford Puma ammalia grazie alla fusione tra le fiancate aggressive, che fanno pensare al mondo SUV, e le sinuose linee tipiche delle sportive Ford. Un fascino reso ancor più seducente dalla combinazione tra l’aerodinamica posteriore – spoiler massiccio, lunotto inclinato e fanali posteriori alti – e quella anteriore, nella quale spiccano le linee dritte dei fanali e l’enorme bocca grigliata sotto il cofano, sinonimo di solidità e presenza su strada. A renderla ancora più accattivante, una crescita delle dimensioni – 4,19 metri di lunghezza (14 centimetri in più della Nuova Ford Fiesta), 1,8 metri di larghezza e 1,53 di altezza – e particolari come i passaruote pronunciati, mai così vicini agli pneumatici, e cerchi che possono arrivare fino a 19 centimetri di diametro.

L’ESTETICA NON È NIENTE SENZA LA SOSTANZA – La Nuova Ford Puma offre un abitacolo all’altezza della sua forma. Sedili comodi e ben rifiniti, dotati addirittura di massaggio lombare e di zip per staccarli e lavarli nella versione “Titanium X” (uno dei tre modelli della gamma, che comprende anche il “Titanium” e la “ST-Line X”); una strumentazione digitale con un quadro da 12.3 pollici, mentre 8 sono quelli del monitor del Ford Sync 3; un bagagliaio sempre più ampio (456 litri di capacità) con l’introduzione di un megabox di 80 litri sotto il piano, che permetterà il trasporto di oggetti dalle dimensioni considerevoli senza dover abbattere i sedili posteriori.

Ma, soprattutto, un volante all’insegna della tecnologia. A cominciare dal Co-Pilot, un sistema di ausili alla guida che comprende l’Adaptive Cruise Control (regolazione della velocità in base all’andatura del veicolo che ci precede) e il riconoscimento della segnaletica stradale relativa ai limiti di velocità, che in automatico permetterà di calibrare quella della vettura.

Altri dispositivi per una condotta di strada all’insegna della sicurezza sono: l’assistenza alla sterzata, che permette di evitare veicoli troppo lenti od ostacoli improvvisi per merito della tecnologia radar e dell’installazione di una telecamera; il sistema Wrong Way Alert che ti avvisa in caso di guida contromano; il sistema di monitoraggio dell’angolo cieco utilizza sensori radar per rilevare eventuali veicoli nascosti in quella zona; invece il Cross Traffic Alert permette,

Tutti i vantaggi degli ecobonus: per un ambiente più pulito e per un risparmio garantito

Tutti i vantaggi degli ecobonus

Per un ambiente più pulito e per un risparmio garantito

Ormai prossima a sbarcare sul mercato, la nuova Ford Kuga versione plug-in hybrid, oltre che un inno alla green mobility, è anche un ottimo esempio di come l’acquisto di un’automobile possa al tempo stesso rispettare l’ambiente e tutelare i risparmi del suo nuovo proprietario. Un duplice guadagno possibile grazie a uno dei numerosi vantaggi delle vetture ibride ed elettriche, in grado di donare un sorriso alla salubrità dell’atmosfera e a chi vuole, o deve, recarsi dal concessionario. Il suo nome? Ecobonus.

CHE COS’È? – Forse converrebbe parlarne al plurale, chiedendoci “che cosa sono”, visto che sono presentati come un ventaglio di incentivi offerti dallo Stato ai cittadini intenzionati ad acquistare un veicolo. Introdotti nel marzo 2019 grazie alla precedente legge di Bilancio e in vigore fino al 31 dicembre 2021 a seguito del rinnovo ottenuto con l’ultima manovra economica, gli ecobonus sono una riduzione del prezzo di listino per chi sceglie di comprare una macchina a basse emissioni di Co2 (anidride carbonica) il cui costo non superi i 50.000 euro senza IVA che, se invece compresa nel prezzo, permette d’innalzare la soglia a 61.000 euro. Importante: la vettura deve essere stata immatricolata a partire dal 1° marzo 2019.

ECOBONUS SÌ, MA NON PER TUTTI – Non tutti i veicoli possono fruire degli sconti. Sarà necessaria la loro appartenenza alla categoria delle auto a bassa emissione, cioè a quelle in grado di rilasciare una quantità di anidride carbonica non superiore ai 70 grammi a chilometro. Un limite rispettabile solo per le macchine che al motore termico abbinano almeno un’alimentazione a batterie, anche di basso voltaggio (mild hybrid).

Queste, a loro volta, sono suddivise in due fasce: nella prima troviamo le vetture che rimangono sotto una soglia di emissione pari a 20 grammi di Co2 al chilometro, cioè quelle elettriche, mentre la seconda è riservata a quelle ibride, che devono comunque rimanere sotto la soglia dei 70 grammi.

ECOBONUS OK, MA QUALI CIFRE? – Il contributo dell’ecobonus varia in base al tipo di auto scelta e se la trattativa include, o meno, anche la rottamazione del veicolo precedente. Se si opta per un’auto elettrica, avremo uno sconto di 4.000 euro che sale a 6.000 se diamo indietro la nostra vecchia auto, a patto che questa appartenga alle categorie Euro 1, 2, 3 o 4. Se invece preferiamo l’ibrido, le riduzioni si abbassano a 2.500 euro in caso di rottamazione e scendono a 1.500 qualora decidessimo di procedere alla sola operazione di acquisto.

COME SI APPLICA L’ECOBONUS? – Primo beneficiario dell’ecobonus è il cliente, che vede scontata la sua spesa già al momento dell’acquisto. Spetterà all’impresa costruttrice, o importatrice, del veicolo nuovo rimborsare in un secondo momento il venditore di quella somma. Queste poi recupereranno quella cifra sottoforma di credito d’imposta, adoperabile però solo come forma di compensazione mediante F24 telematico.

ECOBONUS ED ECOREGIONI – Il diritto agli incentivi statali si può sommare agli sconti previsti dalle singole Regioni in materia

Strade solari e strade elettriche: anche la viabilità può essere green

Strade solari e strade elettriche

Anche la viabilità può essere green

Dall’auto alla strada. Sempre nel segno del green. Se finora si è parlato molto di alimentazione ibrida ed elettrica come le future frontiere della mobilità, poco spazio è stato invece dedicato a un altro incentivo finalizzato a migliorare la qualità dell’ambiente: la viabilità ecologica. Una soluzione che si traduce, principalmente, in due tipologie di strade: quelle a energia solare e quelle a energia elettrica.

VIABILITÀ ECOLOGICA: PERCHÉ? – Già da almeno dieci anni sono in corso studi finalizzati all’individuazione di arterie stradali che permettano di ridurre l’emissione di anidride carbonica rilasciata dall’asfalto e, di conseguenza, abbassare il tasso d’inquinamento presente nell’aria.

In Olanda, come avevamo già avuto occasione di vedere, si è dato il via, in fase sperimentale e sulle piste ciclabili, all’avvicendamento dell’asfalto tradizionale con la plastica. Invece dalla Francia, un paio di anni fa, era giunta la notizia di studi sul bioasfalto, cioè un manto stradale formato da un’alga (la diatomea) pressurizzate attraverso la tecnica della liquefazione idrotermale. L’idea rientra in uno specifico programma, denominato “Algoroute”, che vorrebbe fare di questo composto biologico il materiale delle strade del futuro. Al momento, però, l’idea è ferma alla fase embrionale perché non si è ancora chiarificata la sua sostenibilità economica.

Tutt’altro discorso invece per la viabilità solare e la viabilità elettrica, entrambe garanti di guadagni e in avanzato stato di sviluppo. Nel primo caso i vantaggi sono di natura economica, grazie all’abbattimento dei costi dell’energia artificiale, e di maggior sicurezza al volante. Nel secondo, invece, sono rivolti alla diffusione della mobilità elettrica.

LA VIA DEL SOLE – Al momento le strade solari, solar roadways, rappresentano il più evoluto modello di viabilità alternativa. Sono figlie degli studi di due coniugi statunitensi, Julie e Scott Brusaw, che, attraverso una campagna di crowdfunding, hanno realizzato il loro progetto di pavimentare le strade con pannelli fotovoltaici. Un sistema che, attraverso l’installazione di celle esagonali al posto dell’asfalto, assorbe la luce solare, convertendola in energia da adoperarsi per l’illuminazione della segnaletica stradale (corsie, strisce pedonali, marciapiedi, ecc.) e per quella pubblica (lampioni), abbattendo i costi derivati dall’utilizzo dell’energia elettrica.

Ma c’è di più. Una strada a energia green migliorerebbe anche le condizioni di guida. Il riscaldamento della superficie di percorrenza favorirebbe lo scioglimento, nei mesi invernali, della neve e del ghiaccio, riducendo così il rischio di incappare in un incidente.

Se Germania e Olanda le hanno testate in via del tutto sperimentale e per le bici, la Francia è stata la prima nazione europea a battezzare le strade solari aprendole al traffico veicolare. L’inaugurazione si è tenuta al termine del 2016, in Normandia, sulla statale RD5, nei pressi di Tourouvre au Perche, paese di 3.400 abitanti. Ben 2.800 metri di pannelli solari formati da celle di 15 centimetri di lato e capaci di produrre 280 megawatt all’anno di “energia verde”. Quanto basta per coprire il fabbisogno di un centro di 5.000 anime.

Dall’Europa all’altra parte dell’Oceano. Un segmento di solar roadways è presente proprio negli Stati Uniti, lungo

Emergenza sanitaria: un’assicurazione contro il COVID-19 e sostegno alla Protezione Civile

Emergenza sanitaria Un’assicurazione contro il COVID-19 e sostegno alla Protezione Civile

Al primo posto, la persona. Soprattutto in tempi di pandemia. Lo sa molto bene Ford Authos che, davanti al dilagare del COVID-19, pensa innanzitutto alla tutela del bene più prezioso: le sue risorse umane.

La concessionaria dell’Ovale Blu leader su Torino e in tutto il Piemonte ha attivato un’assicurazione personale per i suoi dipendenti e i suoi collaboratori qualora dovessero essere contagiati dal coronavirus. Stipulato col broker “Mansutti” di Milano, il piano assistenziale è già attivo e prevede una copertura indennitaria dall’importo variabile in base alla gravità delle condizioni di salute del beneficiario. Cioè nel caso in cui, riscontrata la sua positività al COVID-19, egli sia obbligato a una quarantena in autosufficienza oppure al ricovero in ospedale e, nella peggiore delle ipotesi, costretto alla terapia intensiva.

Per tutti i dipendenti è garantita una consulenza medica telefonica (dal lunedì al venerdì con orario 9-18) di alta specializzazione in merito ai temi di prevenzione, diffusione, contrasto, cura e trattamento delle sindromi influenzali pandemiche.

Queste misure di tutela, oltre che un ottimo esempio di welfare aziendale, confermano l’attenzione di Authos verso il proprio capitale umano e nei confronti di uno dei diritti fondamentali nella vita di un individuo: la salute. Una sensibilità sottolineata anche dalla messa a disposizione di due veicoli, un Ford Ranger e un Ford Connect, alla Protezione Civile di Torino per supportare la sua opera di soccorso in queste settimane di emergenza. I due mezzi saranno utilizzati per consegnare la spesa e i medicinali a soggetti risultati positivi al test e/o in quarantena; per montare le tende all’esterno degli ospedali; per distribuire negli stessi le mascherine e le brandine per il personale medico impegnato in turni notturni e impossibilitato a ritornare a casa.

Ogni crisi è un’opportunità. I canali online nuova frontiera del settore automotive

Ogni crisi è un’opportunità.

I canali online nuova frontiera del settore automotive

Indianapolis, 12 aprile 1959. Il presidente americano John F. Kennedy parla alla nazione citando il termine cinese Wēijī. La parola è composta da due caratteri: uno rappresenta il pericolo e l’altro l’opportunità. Da quel giorno leader politici, consulenti finanziari e coach motivazionali hanno diffuso un’errata interpretazione, alimentando una popolarità poi smentita da linguisti e sinologi.

Che cos’è dunque una crisi? L’etimologia deriva dal verbo greco Krino, separare, in senso figurato ‘scegliere’ e ‘decidere’. Una crisi è prima di tutto un momento in cui prendere una direzione.

Quell’istante in Authos ha una data precisa, il 23 gennaio 2014. L’arrivo del presidente e CEO Francesco Di Ciommo segna una svolta e anticipa una rivoluzione di settore. Il nuovo modello di business è improntato ora sull’innovazione. L’obiettivo non è rappresentato esclusivamente dalla vendita, vista come una conseguenza, bensì sull’ingaggio del lead qualificato.

Il cuore dell’azienda restano le persone, formate tecnicamente da un’Academy interna. Nascono il dipartimento BDC, Business Development Center, che ha la missione di trasformare i contatti acquisiti in appuntamenti e il BI, Business Intelligence, unità dedicata all’analisi del database, vero patrimonio aziendale.

Il team Digital Marketing è preposto ad analizzare i trend di mercato e a prevederne l’andamento, mentre il Controllo di Gestione, si occupa di monitorare l’operato aziendale e il conseguimento degli obiettivi stabiliti.

Anche la squadra vendita si rinnova, lasciando spazio al cosiddetto venditore ‘digital’, abile a gestire il ‘lead’ con velocità ed empatia attraverso nuove strumentazioni e a comunicare con il cliente non esclusivamente in salone.

Sono già passati sei anni e il mercato oggi non sembra più lo stesso. La diffusione del Coronavirus e l’emergenza sanitaria hanno modificato il comportamento degli utenti, ma non la predisposizione di Authos all’innovazione.

Tra le proposte per fronteggiare al meglio il periodo di lockdown, spicca l’acquisto o il noleggio dell’auto da casa. Attraverso lo smartphone o il pc, l’utente può mettersi in contatto con uno dei trenta venditori digital che, mediante un tour virtuale, gli mostrerà le caratteristiche del modello Ford da lui richiesto.

Attraverso la condivisione dello schermo il cliente potrà assistere alla formulazione di un preventivo ad hoc, apporre la propria firma digitale sul contratto comodamente da casa e perfezionare l’acquisto secondo le modalità di pagamento preferite. Nel servizio è inclusa anche la consegna a domicilio del mezzo.

Un progetto che Ford Global, il team che si occupa di retail su scala mondiale, ha deciso di implementare nel resto del mondo, scegliendo Authos come dealer pilota e supportando il piano con l’utilizzo di nuove strumentazioni tecnologiche.

Vendita ma non solo. Authos ha già avviato il servizio di assistenza “Pick Up & Delivery”. Se impossibilitato a portare l’auto in officina per il tagliando, il cliente potrà chiedere il ritiro della propria Ford presso l’abitazione o l’ufficio. Il personale incaricato, prelevata la vettura e compiute le operazioni meccaniche di verifica, provvederà anche alla riconsegna. I tecnici sono dotati di tutti i dispositivi di protezione previsti

Elettrico ed eleganza: la nuova Ford Kuga è un tuffo nel futuro

Elettrico ed eleganza

La nuova Ford Kuga è un tuffo nel futuro Un’auto che guarda al futuro con eleganza. Seconda novità del 2020 di Ford dopo la Nuova Ford Puma, la Nuova Ford Kuga rappresenta alla perfezione il cambiamento epocale che sta vivendo il settore automobilistico, sempre più orientato verso la frontiera dell’elettrico. Tutti i modelli dell’ultima arrivata in casa dell’Ovale Blu – “Titanium” e “Titanium X”, “ST-Line” e “ST-Line X”, “Plus” e “Vignale” – sono disponibili in ciascuna delle tre versioni che contemplano la presenza di un’alimentazione a batteria: mild hybrid, full hybrid e plug-in hybrid.

In pratica, c’è solo l’imbarazzo della scelta per una vettura proiettata al domani delle quattro ruote non solo nell’anima, ma anche nell’estetica grazie a linee sinuose, che fanno della terza serie di questo esemplare (la prima Ford Kuga risale al 2008) un SUV ai confini del crossland.

POTERE IBRIDO: Più rispetto dell’ambiente, ma soprattutto più potenza. Se da un lato permetterà una consistente riduzione delle emissioni di CO2, l’abbinamento dell’ibrido al tradizionale motore endotermico manterrà comunque eccellenti le prestazioni della Nuova Ford Kuga.

La versione plug-in hybrid della “Vignale”, cioè la più performante della gamma, grazie a una batteria a ioni di litio da 14,4 V e a un propulsore a combustione da 2,5 litri (benzina), può erogare fino a 225 CV per una velocità massima di 200 km/h col vantaggio di un’autonomia elettrica pari almeno a 50 chilometri. Altra peculiarità è la ricarica mediante cavo effettuabile, oltre che dalle colonnine presenti sulla strada o nelle aree di servizio, anche dalla propria abitazione.

Non è da meno la versione mild hybrid che, forte di un motore diesel EcoBlue da 2 litri, garantisce 150 CV e si spinge fino ai 194 km/h. Numeri analoghi al rendimento della “Vignale” a benzina, ma l’ibrida si fa preferire perché, oltre a una maggior gentilezza nei confronti della natura, permette di recuperare l’energia cinetica in fase di decelerazione per poi tramutarla in un boost di potenza non appena si ritorna a premere l’acceleratore.

Tra l’altro la qualità dell’aria sarà tutelata anche dai tradizionalisti che dovessero prediligere un modello esclusivamente a combustione. Merito dei motori EcoBlu (diesel) ed EcoBoost (benzina), che hanno rispettivamente una capacità di 2l e 2,5l.

NUOVA KUGA, NUOVA ELEGANZA E NUOVO CONFORT: Una macchina bella si fa guardare, una bella macchina si fa guidare. La Nuova Ford Kuga appartiene a questa seconda categoria perché, alla sostanza del motore, abbina l’estetica di un’aerodinamica molto più accattivante rispetto al passato. Merito di un anteriore addolcito e di fiancate più affusolate che la rendono slanciata nonostante sia diminuita di un’inezia (2 cm) l’altezza (la nuova forbice è tra 1666-1690 cm) e siano aumentate, seppur di pochi centimetri, lunghezza (tra i 4614 e i 4626 cm) e larghezza (2178 con specchietti, 1882 senza). Completano il design i fanali a led e i fendinebbia ai lati del paraurti di un posteriore differente, più tagliato rispetto alle precedenti Kuga, quasi a voler simboleggiare una rottura nelle forme.

Dall’esterno all’interno. L’ultima arrivata nella grande famiglia dei

Oltre agli ostacoli: il cambiamento del mercato automotive dopo il Coronavirus

Oltre agli ostacoli Il cambiamento del mercato automotive dopo il Coronavirus

Per un mercato dell’auto che crolla, aumenta il desiderio di acquistarne una. E in tempi brevi. Un paradosso che spinge a chiedersi se la crisi dell’automotive derivata dall’esplosione del Covid-19 non sia invece una grande opportunità di rilancio per tutto il settore.

L’interrogativo nasce alla luce di alcune statistiche delle ultime settimane, nelle quali anche il mondo delle quattro ruote è stato investito dal lockdown imposto all’economia di tutto il pianeta dalla pandemia del coronavirus. Secondo un report di Acea (Associazione dei Costruttori Europei di Automobili) nello scorso mese di marzo le immatricolazioni di nuove vetture nell’Europa Occidentale (Unione Europea, Efta, Regno Unito) hanno registrato un decremento del 51,8% rispetto al marzo del 2019.

Facile intuire come la picchiata verso il basso sia attribuibile all’emergenza sanitaria che ha colpito il pianeta e che ha negativizzato anche le cifre delle vendite del primo trimestre del 2020: – 26,3% rispetto a quelle dello stesso periodo di un anno fa. Numeri che hanno alimentato foschi presagi per il futuro tanto da parlare addirittura di preludio alla catastrofe.

Sennonché un’altra statistica, frutto di un’indagine in Cina a febbraio da parte dell’IPSOS (società internazionale di consulenza e di ricerche di mercato), offre un dato che induce a fare previsioni di ben altro tenore per l’universo automobilistico. Perché il 72% degli intervistati ha dichiarato l’intenzione di acquistare una nuova macchina e il 66% di questi lo vorrebbe già fare entro i prossimi sei mesi.

Realizzato su un campione di 1.620 persone, distribuite in maniera eterogenea per sesso, anagrafica e zone geografiche, questo studio racconta anche altri numeri interessanti: come il 66% degli intervistati che, terminata la pandemia, sceglierebbe di muoversi con l’auto piuttosto che con il trasporto pubblico, che invece era la soluzione prediletta (56%) prima dell’esplosione del Covid-19.

Un cambiamento spiegato con l’esigenza di maggior sicurezza garantita dall’abitacolo di una vettura rispetto allo spazio aperto di un bus o di una metro, che espongono a una maggior probabilità di contagio.

Provenendo dal primo Paese colpito dal virus e che soprattutto è il più grande mercato automobilistico del mondo, questi dati possono mutare le prospettive del suo domani.

Perché se confermate anche fuori la Grande Muraglia, riporterebbero l’auto al centro del processo di mobilità delle persone con inevitabile soddisfazione da parte di chi opera nel settore. In ogni caso i dealer dovranno prestare attenzione a un altro fenomeno sempre più in espansione: il ricorso degli utenti alle fonti digitali per l’acquisizione delle informazioni necessarie all’acquisto.

Sempre secondo il campione esaminato dall’IPSOS, le app dei costruttori automobilistici, i social media e i siti web sono stati i canali più gettonati (aumento medio del 62,3%) a scapito dei più tradizionali annunci o al passaparola.

Il pubblico sta quindi abbandonando il marketing offline in favore del marketing online. Un cambiamento anticipatore anche di un’altra trasformazione epocale: l’acquisto a distanza. Una frontiera già intuita da alcuni esponenti del settore,

Uscire dalla crisi del Covid-19: la riscoperta del “drive-in”

Uscire dalla crisi del Covid-19

La riscoperta del “drive-in”

6 giugno 1933, Camden, Stati Uniti. La proiezione di Wives Beware inaugurava il primo “drive-in” della storia. Ovvero un cinema all’aperto dove guardare film rimanendo seduti nella propria automobile. Una novità dalle origini domestiche. A concepirla era stato un trentatreenne del luogo, Richard Hollingshead. Per consentire alla madre, impossibilitata a sedersi nelle poltroncine delle sale per problemi di obesità, di vedere le sue pellicole preferite, allestì un maxi-schermo nel giardino di casa con un lenzuolo legato a due alberi. L’idea evolse in fretta e approdò al grande pubblico che, mentre assisteva agli spettacoli, poteva anche ordinare da mangiare.

Il “drive-in” ebbe un successo clamoroso e divenne un simbolo della società americana del secondo dopoguerra. Fu esportato anche in Europa, Italia compresa. Il primo fu aperto a Roma, nel 1957, riscuotendo apprezzamenti da parte degli spettatori, che vedevano in quel luogo lontano dal traffico e dallo stress cittadino una romantica oasi di pace. Ma la luna di miele ebbe breve durata, perché nel decennio successivo la capillare diffusione delle sale cinematografiche prese il sopravvento nelle abitudini degli italiani.

Sennonché, a distanza di poco più di mezzo secolo, il “drive-in” sta ritornando di moda come cura per il rilancio di uno dei settori produttivi più colpiti dagli effetti del Covid-19: quello dello spettacolo. La pandemia del coronavirus ha chiuso i cinema e ha annullato ogni evento musicale e teatrale, costringendo gli artisti ad accontentarsi di qualche esibizione online giusto per tenere compagnia ai loro fan durante la quarantena. Ad aggravare la situazione, l’incertezza sui tempi di ripresa delle loro attività, che in ogni caso saranno tra le ultime a ricominciare. Così, per arginare una crisi sempre più profonda, è venuto in mente di rispolverare quel fenomeno di aggregazione che, se favorisce assembramenti, lo fa però nel pieno rispetto delle regole di sicurezza, garantendo il distanziamento sociale previsto dalle disposizioni governative.

Così quattro società italiane organizzatrici di eventi (“Utopia Srl”, “Zoo Srl”, “Italstage”, e “3D Unfol”) si sono subito attivate per mettere su il “Live Drive In”. Un progetto su scala nazionale che nei prossimi mesi, complice la bella stagione, si propone di organizzare concerti e proiezioni cinematografiche in spazi aperti lungo tutta la penisola. Venti città hanno già aderito. Fra queste, Roma, Milano, Napoli, Firenze, Verona, Bologna, Palermo e Torino. Nel capoluogo piemontese l’area del Lingotto è la candidata a ospitare musica e film grazie a un parcheggio in grado di accogliere un maxischermo, un palcoscenico e almeno tra le 150 e le 200 vetture.

In Norvegia la formula ha già funzionato. Lo scorso 1°aprile, a Oslo, la band hip-hop “Klovner i Kamp” si è esibita davanti a centinaia di auto. A Schüttorf, una città della Bassa Sassonia (Germania), si è tenuto il primo rave drive-in con 250 macchine che, per esprimere il loro gradimento ai brani dei dee-jay, hanno cominciato a suonare il clacson.
Nell’attesa di capire la sorte dell’iniziativa italiana, è interessante notare come l’auto sia sempre più al centro di questo processo di

L’auto e la “Fase-3”: niente più autocertificazione e libertà di spostamento

L’auto e la “Fase-3”

Niente più autocertificazione e libertà di spostamento

Ritorno alla normalità. O quasi. Con la riapertura dei confini regionali l’Italia è entrata nella cosiddetta “Fase-3” dell’emergenza sanitaria Covid-19. Un altro passo in avanti dopo la “Fase-2” iniziata a inizio maggio che già in una settimana aveva registrato la voglia di vivere degli italiani dopo due mesi di lockdown.

Secondo una statistica realizzata in collaborazione con YouTrend da VEM Solutions-Via Sat – database infotelematico satellitare al quale sono connessi oltre 780.000 mezzi, 14 milioni di persone e 1.600 municipalità e 2.600 edifici in tutta Europa – soltanto dal 4 al 10 maggio il numero delle auto circolanti in Italia è risalito a 20,8 milioni (crescita del 53%) dopo essere sprofondato ai 13,6 milioni ad aprile, ovvero il 51% in meno rispetto a febbraio.

Il desiderio di mobilità si è confermato anche dopo il semaforo verde alla circolazione di persone e mezzi sul territorio nazionale. In molti hanno raggiunto le spiagge per una giornata di sole e libertà, secondo l’ANSA soltanto nel week-end l’isola di Ischia ha registrato un’affluenza di 6.000 turisti, oppure c’è chi ha preso un aereo per andare da parenti che non vedeva da tre mesi.

Ma non soltanto mare e affetti. I più curiosi hanno fatto capolino in qualche città d’arte per una cultura pronta a ripartire. Come a Moncalieri. Dove nei prossimi giorni riprenderanno le attività alla Cavallerizza, alla Biblioteca Civica Arduino, al Giardino delle Rose e al Parco storico del Castello Reale. Proprio quest’ultimo è la novità. Dal 3 luglio sarà nuovamente visitabile insieme ai suoi Appartamenti Storici dopo un anno e mezzo di chiusura per lavori di restauro. E sempre in quella data riapriranno al pubblico altri luoghi d’interesse di Torino e provincia come Villa della Regina, Palazzo Carignano, il Castello di Racconigi e il Forte di Gavi.

Questo progressivo ritorno alla vita di sempre ha una grossa novità: l’assenza di vincoli burocratici. Ora non è più necessaria l’autocertificazione per spiegare le ragioni dei nostri spostamenti. Soprattutto in automobile. Già, ma per chi è alla guida, che cosa è cambiato rispetto alla “Fase-2”? Sostanzialmente, poco. E allora che si può fare al volante al tempo del coronavirus?

● LE NOVITÀ –  Sono molti gli italiani che hanno iniziato a recarsi presso le seconde case,

in vacanza o in regioni diverse da quella di residenza. Mentre per quanto riguarda le trasferte di lavoro, non occorrerà più avere con sé l’autocertificazione che in precedenza motivava i nostri viaggi.

● CHE COSA È RIMASTO UGUALE? – Sul fronte della prevenzione niente di nuovo rispetto a quanto già in vigore. Distanziamento sociale e mascherina continueranno a essere i protagonisti del nostro agire quotidiano. Anche in auto e a determinate condizioni.

Tra i presenti nell’abitacolo dovrà essere rispettato almeno un metro di distanza qualora non dovessero appartenere allo stesso nucleo abitativo. In pratica, oltre al guidatore, potrà sedere uno o al massimo due passeggeri, uno dei quali necessariamente sul sedile anteriore. Un maggior numero di persone sarà consentito esclusivamente se il veicolo dovesse

Nuovo Ford Ranger Thunder, l’emozione non muore mai

Nuovo Ford Ranger Thunder

L’emozione non muore mai Operazione Thunder. Non servirà essere uno 007 per guidarlo, ma soltanto a vederlo accende la suspense. Come un film d’azione. È il Nuovo Ford Ranger Thunder, l’ultima edizione del pick-up più famoso dell’Ovale Blu, il Nuovo Ford Ranger, vincitore dell’International Pick-Up of the Year 2020, già sbarcato in Europa però in edizione limitata: appena 4.500 esemplari, che saranno disponibili dalla fine dell’estate.

Hans Schep, General Manager Veicoli Commerciali Ford in Europa, l’ha definito “una presenza inconfondibile sia su strada, sia in off-road” ideale “per i clienti che non temono essere notati”. Parole quanto mai appropriate. Perché il Nuovo Ford Ranger Thunder è nato per dominare e per sentirsi protagonisti. Merito innanzitutto delle sue dimensioni, evocatrici di potenza e di robustezza. 5,36 m di lunghezza, 1,85 m di larghezza, passo di 3,2 m, massa di 2,5 t, un piano posteriore capace di sostenere fino a 1 t di carico e un rimorchio in grado di trainare fino a 3,5 t.

Dai muscoli al cuore. Ad alimentare questo colosso delle quattro ruote, la potenza del motore diesel EcoBlue 2.0 biturbo da 213 CV e 500 Nm di coppia massima, in linea con i rigorosi standard anti-inquinamento Euro 6.2, e capace di accelerare da 0 a 100 km/h in 13,5 secondi e di raggiungere i 175 km/h di velocità. Merito del cambio automatico a 10 rapporti, come la Mustang e il pick-up F-150, e della trazione integrale che si apprezza soprattutto quando il Nuovo Ford Ranger Thunder sfodera la sua peculiarità: l’off-road.

Al pari dell’altro celebre pick-up di Dearborn, il Nuovo Ford Ranger Raptor uscito lo scorso anno, anche il Ranger Thunder si esalta quando lascia l’asfalto per osare su altre superfici. E così sterrati, paludi, sentieri rocciosi e zone sabbiose saranno frontiere tutt’altro che proibite, indipendentemente dalla loro pendenza. Al pari dei corsi d’acqua, attraversabili grazie all’1,82 m di altezza da terra.

A favorire quest’universalità di manovra, l’Adaptive Shift Scheduling, la tecnologia di guida che regola prestazioni e consumi del mezzo a seconda del fondo di percorrenza. A proposito: occorrono 7,8 litri per 100 chilometri ed emissioni di CO2 da 205 g/km secondo il ciclo d’omologazione NEDC; invece, basandosi sul WLTP, sono 9.1 litri ogni 100 chilometri e 239 g/km di emissioni.

Dalla potenza all’eleganza. Anche quando è in azione e svela la sua anima intrepida e coraggiosa, il Nuovo Ranger Thunder non rinuncia allo smoking. Ovvero alla sua estetica. Al design audace e funzionale, frutto di linee aerodinamiche accattivanti che risaltano il suo spirito “ready to rumble” (letteralmente, “pronto a darci dentro”), si accompagnano i cerchi in lega neri da 18 pollici e le finiture in nero ebano per la grintosa griglia anteriore, il paraurti posteriore, le soglie battitacco e le maniglie delle porte di una