Archivi mensili: Giugno 2021

La pioniera dell’automobile inventrice dello specchietto: Dorothy Levitt

La pioniera dell’automobile inventrice dello specchietto: 

Dorothy Levitt

“Specchio specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?” si domandava la matrigna di Biancaneve mentre era intenta a rimirare il suo volto davanti a uno specchio per dar sollievo alla sua vanità. Era il 1812 e la fiaba dei fratelli Grimm iniziava a diffondersi in Europa, raggiungendo in breve tempo una notorietà inalterata fino ai giorni nostri. A rimanerne conquistata, qualche decennio più tardi, anche una bambina inglese che, divenuta adulta, sull’onda di quelle parole ebbe un’idea che avrebbe avuto un successo epocale: lo specchietto retrovisore.

Lei si chiamava Dorothy Elizabeth Levitt e merita un ritratto nella galleria delle donne che hanno fatto la storia dell’automobile. Come June Mc Carroll, l’inventrice della linea di mezzeria, della quale vi avevamo già parlato.

Perché lo specchietto retrovisore è un elemento fondamentale per la guida in quanto sinonimo di sicurezza. Attraverso le immagini che ci propone nell’abitacolo, è possibile conoscere in tempo reale, mentre siamo al volante, che cosa sta accadendo alle nostre spalle e capire quando sia il momento giusto per prendere una decisione, come un sorpasso o l’uscita in retromarcia da un parcheggio, senza mettere a repentaglio l’incolumità nostra e degli altri automobilisti.

Certo, la sempre più massiccia tecnologizzazione delle vetture, si pensi per esempio alla telecamera posteriore, oggi facilita oltremodo questo tipo di operazioni. Però, per almeno un secolo, l’unico prezioso alleato del guidatore era questo piccolo vetro rettangolare che alla sua inventrice balenò nella mente nel 1909, durante la stesura del suo The Woman and the Car: a chatty little handbook for all women who motor or who want to motor (“La donna e l’automobile: un libricino ciarliero per tutte le donne che sono motorizzate o che vogliono esserlo”), nel quale espose consigli e suggerimenti per le donne che ambivano a cimentarsi da sole alla guida. E in qualche modo la vanagloria della matrigna di Biancaneve ebbe il suo peso. Perché mentre teorizzava che “Una donna al volante non dovrebbe mai fare a meno di un piccolo specchietto per guardarsi alle spalle, la Levitt pensava allo specchietto da trucco che portava sempre con sé, anche quando era col piede sull’acceleratore, per assicurarsi la perenne impeccabilità del suo maquillage.

Ma nella sua invenzione ci fu molto più che vanità. Perché fino a quel momento Dorothy Levitt aveva maturato un’esperienza sterminata con le automobili al punto da essere considerata una pioniera del settore e soprattutto dell’emancipazione femminile, se si pensa come all’inizio del Novecento la società fosse governata da pregiudizi e disparità secondo le quali la guida, oltre che per i più abbienti, era un’esclusiva maschile. Lei ebbe il merito di rompere questi schemi grazie alla sua passione alla sua determinazione.

Nata il 5 gennaio 1882 nel quartiere londinese di Hackney, Dorothy Levitt proveniva da una famiglia facoltosa di origine ebraica, impegnata nel commercio del tè e dei gioielli. La scintilla per i motori scoppiò all’inizio del secolo

Un’altra ragione per scegliere l’elettrico? La manutenzione

Un’altra ragione per scegliere l’elettrico?

La manutenzione

Dovete scegliere la vostra prossima auto, ma siete indecisi? L’elettrico vi incuriosisce però temete di rimpiangere il rombo del vostro motore a quattro tempi?

Bene. Pensate allora per un attimo a quando porterete il vostro futuro acquisto in officina. Perché la manutenzione di una vettura a batterie è meno complessa e soprattutto meno costosa rispetto a quella per una ad alimentazione tradizionale.

Già perché non si fermano dunque a una maggior tutela dell’ambiente, tra riduzioni dell’inquinamento acustico e abbassamento delle emissioni di CO2, o alle agevolazioni in materia di viabilità cittadina, accesso alle ztl e parcheggio gratuito, i vantaggi della mobilità sostenibile. Ma abbracciano anche una sfera di grande importanza per ogni tipo di veicolo: quella del mantenimento della sua piena efficienza.

Al pari di tutti i beni di consumo anche l’automobile è soggetta all’usura. Del tempo e degli sforzi. Un suo prolungato utilizzo può inoltre renderla più esposta a eventuali problematiche che possono condizionarne il funzionamento se non portarla, in alcuni casi, a vere e proprie rotture. Così, come per un atleta è previsto il costante monitoraggio del suo stato di salute per garantire prestazioni di livello, anche per la nostra fedele compagna di viaggio è obbligatorio il check-up. Non certo in uno studio medico bensì in officina.

Dove per le vetture elettriche una tappa come il tagliando, da effettuare ogni 20-30.000 chilometri o una volta all’anno se le percorrenze sono di gran lunga inferiori, si rivela particolarmente vantaggiosa rispetto alle cugine spinte da propulsori termici. Sia come tempistica che come spesa.

Questo accade perché proprio la presenza delle batterie non rende più necessaria una serie di operazioni come la sostituzione del filtro dell’olio, del filtro dell’aria, delle candele, degli iniettori e del liquido refrigerante che evita il surriscaldamento del motore.

I meccanici dovranno così verificare la salute della batteria a 12 volt e di quella a ioni di litio, cuore pulsante dell’energia della vettura. La prima si sostituisce ogni tre-quattro tagliandi, la seconda ogni otto. Insieme alle due fonti di carica sarà controllato anche il filtro abitacolo, gli pneumatici e le pastiglie dei freni, il cui consumo è però inferiore rispetto a quello di una macchina tradizionale grazie al recupero dell’energia in fase di decelerazione che evita arresti bruschi. Prima di mettere mano al veicolo sarò però fondamentale metterlo in sicurezza, scollegando l’impianto elettrico per isolare la corrente.

Per realizzare questo tipo di interventi è fondamentale avvalersi di figure professionali competenti in materia. A oggi, considerando che la mobilità ecologica non è ancora decollata, il loro numero è ancora basso. Ma in un futuro a breve-medio termine è destinato a crescere.

Dai tempi d’intervento ai costi. Sempre all’insegna del guadagno. Da un’indagine condotta dal sito internet SicurAuto.it è stato calcolato infatti che il tagliando di un’auto elettrica nei primi sei anni garantisce un risparmio del 75% per la manutenzione rispetto a quello per

Un nuovo ruolo della domanda e del cliente: così cambia l’automotive

Un nuovo ruolo della domanda e del cliente:

così cambia l’automotive

“Nel pieno delle difficoltà risiede l’occasione favorevole” teorizzò Albert Einstein. Una frase quanto mai attuale per il settore dell’automotive, tra i più colpiti dalla crisi economica dovuta alla pandemia da Covid-19 e al centro di un processo di trasformazione decisivo per il suo futuro. Perché se vorrà mantenere competitività, il mondo delle quattro ruote dovrà attuare cambiamenti significativi per quanto riguarda il ruolo della domanda e quello del cliente.

Due componenti fondamentali, integrate fra loro, con la prima che al giorno di oggi ha radicalmente modificato le sue sembianze. Perché non più reale, ma virtuale. Il web ha ormai un’importanza centrale nella vita di ciascuno di noi, basti pensare soltanto alla prenotazione di una visita medica o di un esame universitario, effettuabili dal nostro pc o dal nostro smartphone mentre fino a poco più di dieci anni fa erano possibili soltanto in presenza.

Questo nuovo stile di vita, fondato sul digitale e sulla connettività, si è esteso anche ad altri settori del quotidiano, come il commercio che si è sempre più spostato sulla Rete. Una tendenza che ha ricevuto un forte impulso la scorsa primavera con il dilagare del coronavirus tanto che, secondo uno studio dell’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, nel 2020 le vendite online sono aumentate del 26% per una stima di guadagni superiore ai 22,7 miliardi di euro.

Ma il web non è soltanto un luogo dove si acquista bensì anche il serbatoio primario dove si cercano e si prendono informazioni su ciò che ci interessa acquistare. Azioni che per l’automotive al momento incontrano perlopiù insoddisfazione, perché l’offerta di mobilità non è ancora adeguata all’altezza della domanda. Una criticità che a questo punto chiama in causa l’altro attore di questo processo di trasformazione: il cliente.

Le sue esigenze di mobilità sono aumentate, è diventato un protagonista del processo di acquisto e necessita di un’offerta ampia e vasta che possa soddisfarlo. Un upgrade che chiama il dealer a uno step di crescita con la messa a punto di un nuovo modello di business dove proprio il cliente assume centralità e dove è prevista un’offerta strutturata sul digitale e che sia in grado di fornirgli servizi plurimi e connettività. In una parola, qualità.

Per riuscire in questo intento, occorre anche una nuova strategia interna all’azienda. Sempre fondata sul digitale, che con un ottimo lavoro di lead sappia intercettare le esigenze del cliente e convertirle in un’adeguata risposta di servizi. Altrettanto fondamentale, dunque, sempre nei processi interni, la creazione di un database e di una community, perché consentono d’individuare le abitudini attuali dei consumatori e definire anche l’ecosistema di servizi di cui possono aver bisogno.

Ma perché questa trasformazione si possa compiere, è determinante un cambiamento di mentalità anche da parte di chi fa impresa. Deve prendere coscienza che i tempi sono in evoluzione e che per rimanere competitivi occorre il coraggio

Se a guidare sono gli animali: sei storie ai confini dell’incredibile

Se a guidare sono gli animali:

sei storie ai confini dell’incredibile

Di solito siamo noi a trasportare loro, nei nostri spostamenti o nei nostri viaggi. Ma talvolta può succedere anche il contrario, cioè che siano loro a ritrovarsi al comando dei nostri veicoli per storie che hanno dell’incredibile. E non potrebbe essere altrimenti. Perché quando mai capita di vedere un animale al volante di un’automobile? Forse giusto sul grande schermo insieme a figli o nipoti. Basti pensare a Napoleone e La Fayette, i due cani de “Gli Aristogatti” in sella a un sidecar nelle campagne della Parigi dell’Ottocento, oppure a Pongo, il cane milionario.

Quello che succede nella finzione però può accadere anche nella realtà e alle più svariate latitudini, come raccontano alcune notizie degli ultimi anni. A fare da palcoscenico a molte di loro, gli Stati Uniti. Sia sulla East che sulla West Coast. Nel novembre 2019 a Port St. Lucie, cittadina della Florida a poche miglia dall’Oceano Atlantico, un labrador di grosse dimensioni era stato dimenticato in auto dal suo padrone. Forse perché preda della noia e desideroso di sgranchirsi le zampe, l’animale a un certo punto ha iniziato a muoversi all’interno dell’abitacolo, finendo per azionare inavvertitamente la leva del cambio e innestare la retromarcia.

Il mezzo ha così incominciato a indietreggiare, disegnando ripetute traiettorie circolari finché non ha interrotto la sua corsa contro una cassetta delle lettere e alcuni bidoni dell’immondizia situati nei pressi. Soltanto un grosso spavento per le persone che si sono ritrovate ad assistere alla scena e anche per l’incolpevole felino, che nell’impatto non ha riportato alcuna ferita.

A essere invece protagonista dall’altra parte del Paese, poche settimane dopo, un orso. In California, a King Beach, minuscolo centro abitato sulle rive del Lago Tahoe, il massiccio mammifero si è avvicinato a una vettura parcheggiata, aprendone la portiera per poi sedersi al posto di guida. La famiglia proprietaria del veicolo ha assistito alla scena dalla finestra della sua abitazione e poi è intervenuta con molta sveltezza per far sì che l’insolito passeggero togliesse il disturbo e riprendesse la via dei boschi.

Una scena simile era successa nell’estate del 2018 anche in Colorado. A Castle Pines, località ai margini di un’estesa area boschiva, un orso è salito a bordo di una macchina senza la sicurezza inserita perché attratto dal cibo al suo interno. Necessario l’intervento della polizia per farlo uscire e ripristinare la normalità, anche se l’inaspettata visita ha costretto i proprietari a dover rifare i sedili, letteralmente devastati dal passaggio dell’animale.

E se questi due episodi ci ricordano l’importanza di chiudere sempre la nostra vettura quando non la stiamo utilizzando, un altro ci rammenta che i nostri amici a quattro zampe possono essere soltanto passeggeri.

Nello stato di Washington, ai confini del Canada, durante il lockdown della primavera 2020 un poliziotto è stato costretto a un faticoso inseguimento lungo la Washington State Patrol, dove un’automobile stava procedendo a folle velocità dopo aver