Archivi mensili: Gennaio 2024

Fiat 500 C: un’auto, una… Dolcevita!


Fiat 500 C: un’auto, una… Dolcevita!

L’iconica city-car sempre più simbolo transgenerazionale

“Penso che un sogno così non ritorni mai più 

Mi dipingevo le mani e la faccia di blu 

poi d’improvviso venivo dal vento rapito…”

Una canzone più azzeccata non poteva uscire dallo stereo di questa vettura. A sinistra, vedo scorci di case colorate che spuntano dalle verdi colline. A destra, il mare splendido della costiera amalfitana, insomma… una “Dolcevita“.

“Dolcevita” come l’allestimento della bellissima e iconica Fiat 500C. Laddove la “C” sta per cabrio, basta un semplice tasto e potrete viaggiare con il vento tra i capelli, ovviamente per chi ne è accessoriato… 

La 500 ormai la conosciamo tutti, ma con questo allestimento ha tutto il lusso e il comfort che si può desiderare dentro un’utilitaria di poco più di 3.5 metri. Cerchi diamantati, sedili in pelle con trame romboidali, clima automatico, radio touch screen con sei casse, sistema Android e CarPlay. I suoi sistemi di sicurezza attiva e i sette airbag la rendono inoltre un’auto molto sicura.

A chi dice che non va bene per i viaggi lunghi, si sbaglia! Con la comodità del cruise control si possono affrontare anche percorsi impegnativi. Come il mio: quasi 700 km per arrivare in questo splendido luogo.

La piccola torinese monta un motore 1.0 mild-hybrid da 70CV, scattante in città e non delude neanche in autostrada. Per spiegarvi in poche parole e pochi tecnicismi, il sistema elettrico ha la funzione di assistere in fase di accelerazione e durante le ripartenze il motore termico risparmia quasi il 20% di carburante (si spera!).

Sarò anche ripetitivo ma in casa Fiat sono riusciti a rendere ancora più unica una delle auto più iconiche della Storia. Un’auto che ha mosso mezza Italia e che continuerà a farlo. E ancora oggi, dopo sessantasei anni, per molti non è “solo” un mezzo di trasporto, ma un’auto che scaturisce ricordi belli e emozionanti, ricordi di una “Dolcevita“. 

Ricordi che potete respirare anche voi. Come? Attraverso il nostro parco usato, che annovera numerosi modelli di molto brand. Fra i quali anche Fiat. Per saperne di più, perché non venite o visitarlo o prendete contatto con i nostri consulenti?

Le dieci meraviglie di Ford al “Rally di Monte-Carlo”


Le dieci meraviglie di Ford al “Rally di Monte-Carlo”

Una collana di successi che non vuole fermarsi

Alla ricerca dell’undicesima meraviglia. Questo l’obiettivo di Ford per la novantaduesima edizione del “Rally di Monte-Carlo“, in programma dal 22 al 28 gennaio e che, come da tradizione, avrà partenza e arrivo all’ombra del celebre Casinò. Una delle corse più affascinanti del motorsport off-road, tradizionale apertura del campionato mondiale della disciplina dalla sua istituzione (1973), ma che si disputa dal lontano 1911.

Caratterizzato da sedici prove su un fondo in asfalto e in condizioni atmosferiche dove la neve e il ghiaccio sono spesso protagonisti, anche il “Rally di Monte-Carlo”, al pari dell’omonimo gran premio di Formula-1, ha regalato numerose soddisfazioni all’Ovale Blu.

Per dieci volte Ford si è aggiudicata l’ambita corona. Per la prima, occorre azionare la macchina del tempo e scendere nel 1936. Pionierismo puro dell’auto, quando la sicurezza era un’illustre sconosciuta e le corse erano una partita a scacchi con la morte.

In quell’edizione, grazie all’equipaggio formato dai rumeni Ionel Zamfirescu e Petre G. Cristea, l’Ovale Blu stappò lo champagne sul cofano di una Ford V8 Model 48-2 Seater. Un modello adeguato all’occasione, che riprendeva la celebre Ford V8 e che fece provare le medesime sensazioni nel 1938 con il beniamino locale Gerard Bakker-Schut (coadiuvato dall’olandese Karel Ton). Fu un successo anche contro la scaramanzia, visto che si disputava la diciassettesima edizione del “Rally”, destinato a un decennio di stop a partire dal 1940 a causa della guerra.

Per dieci volte Ford si è aggiudicata l’ambita corona. Per la prima occorre azionare la macchina del tempo e scendere nel 1936. Pionierismo puro dell’auto, quando la sicurezza era un’illustre sconosciuta e la corsa una partita a scacchi con la morte.

In quell’edizione, grazie all’equipaggio formato dai rumeni Ionel Zamfirescu e Petre G. Cristea, l’Ovale Blu stappò lo champagne sul cofano di una Ford V8 Model 48-2 Seater. Un modello adeguato all’occasione, che riprendeva la celebre Ford V8, che fece provare le medesime sensazioni nel 1938 con il beniamino locale Gerard Bakker-Schut (coadiuvato dall’olandese Karel Ton).

Fu un successo anche contro la scaramanzia, visto che si disputava la diciassettesima edizione del “Rally”, destinato a un decennio di stop a partire dal 1940 a causa della guerra.

Nel 1953, il terzo sigillo. Merito della coppia Gatsonides-Worledge, ma soprattutto della Ford Zephyr Mk I. Un modello fortunato anche sul mercato, spinto da un propulsore a sei cilindri e con valvole da 2.262 cm³.

La crescita e la diffusione del motorsport tra gli appassionati avrebbero fatto pensare ad altre gioie. Invece Ford dovette attendere la metà degli anni Novanta per ritornare ad alzare i calici del successo. Merito nel 1994 del francese François Delecour, ma soprattutto della sua Ford Escort RS Cosworth. Telaio in monoscocca di acciaio, motore Cosworth YB da 2,0 litri turbo, cambio Ferguson MT-75 a cinque marce con trazione integrale permanente, fu a

La prima volta di Ford alla Dakar


La prima volta di Ford alla Dakar

L’Ovale Blu al debutto nel rally più famoso al mondo

E per Ford, Dakar fu. Venerdì 5 gennaio, con il prologo di Al Ula (Arabia Saudita), ventinove chilometri sulle rive del Mar Rosso, ha preso il via la settantaquattresima edizione del “Rally Dakar”.

Una delle corse icona del motorsport, sinonimo di sfida estrema, emozioni ad alta velocità e alto coefficiente di pericolosità. A caratterizzare questo appuntamento, che si concluderà il 19 gennaio a Shaybah dopo dodici tappe e 7.891 chilometri, la presenza ai nastri di partenza anche di Ford. Per la prima volta nella sua storia.

L’Ovale Blu parteciperà alla classe “Rally Raid T1+” e lo farà con due equipaggi e una vettura costruita per l’occasione: il Ranger Raptor T1+.

Ovvero una versione del famoso Ford Ranger, il pick-up più venduto in Europa, spinto da un motore EcoBoost biturbo da 3,5 litri, sviluppata da Ford Performance assieme a M-Sport e Neil Woolridge Motorsport (NWM).

Al volante di queste creature per questo straordinario evento, lo spagnolo Nani Roma e il sudafricano Gareth Woolridge. Due veterani del mondo endurance, che saranno affiancati come piloti, rispettivamente, da Alex Haro e Boyd Dreyer. Nani Roma ha già conquistato la Dakar due volte: nel 2004, come motociclista, e nel 2014 al volante di una Mini.

Ma non sarà la vittoria l’obiettivo di Ford. Almeno per quest’anno. Utile invece per accumulare esperienza. “Essere leader al Rally Dakar, è stato sempre un nostro obiettivo” ha detto Mark Rushbrook, Direttore Globale di Ford Performance Motorsports. Che ha aggiunto: “Questa nostra prima esperienza alla Dakar sarà un’avventura di apprendimento. Ci aiuterà a capire come competeremo in futuro. Noi non corriamo soltanto per vincere, ma per aiutare a costruire prodotti migliori per i nostri clienti”.

Da sempre, il motorsport, in tutte le sue espressioni, è la culla per lo sviluppo delle soluzioni innovative successivamente adottate dalle auto su strada. Ford Performance, la sezione dell’Ovale Blu dedicata alle competizioni sportive, ha già annunciato il suo impegno, sempre nel 2024, nel WEC e alla 24 Ore di Le Mans (categoria LM3). E, come vi avevamo già raccontato, la partnership con Red Bull in F1 a partire dal 2026.

Ora però l’attenzione è riservata al raid off-road più famoso al mondo. “Non possiamo sottovalutare la straordinarietà della sfida che ci attende. Con il Ranger T1+ e con partner del calibro di M-Sport e NWM, che mettono a disposizione tutta la loro esperienza, possiamo fare cose incredibili tra le dune di sabbia della penisola arabica” ha sottolineato Rushbrook.

Ambizioni ed entusiasmo condivisi anche da Malcolm Wilson, Managing Director di M-Sport: “Abbiamo ottenuto grandi successi negli anni con Ford nelle gare di rally FIA WRC e non vediamo l’ora di dedicare la stessa attenzione, energia e impegno per competere con Ranger alla Dakar”.

Inclusione e partecipazione: il Natale di Authos

Inclusione e partecipazione: il Natale di Authos

Valori, storia e divertimento nella nostra festa di fine anno

La strada esiste per chi sa vederla recitava il maxischermo sul palco di Vigna Chinet. E il riferimento non era ai seicento metri di tornanti immersi nell’oscurità e necessari a raggiungere questa incantevole villa sulle colline di Torino, scelta da Ford Authos come sede per la sua festa di Natale.

Tutt’altro. Quelle parole rappresentano la perfetta sintesi del percorso che abbiamo compiuto dal 2014 a oggi e che abbiamo celebrato assieme a tutta la nostra grande famiglia martedì 19 dicembre.

Una serata di inclusione e allegria. Nella quale, oltre al tradizionale scambio di auguri, c’è stato spazio per i bilanci e per il divertimento. In un decennio, la nostra azienda ha vissuto una vera e propria trasformazione. Da essere sull’orlo del fallimento è diventata una società virtuosa e modello di prosperità. Tanto da raggiungere, al termine del 2023, i migliori risultati di sempre per quanto riguarda la liquidità, il risultato ante-imposte e il patrimonio netto.

Quest’anno Authos stima di chiudere con un utile di 7 milioni di euro e, come ha sottolineato il nostro presidente e CEO Francesco Di Ciommo, “è passata da un patrimonio di 1,6 milioni a circa 20 milioni di euro. Numeri che dimostrano come il lavoro di tutti porti sempre a un risultato”.

Un successo frutto della sua filosofia, fondata su un concetto semplice e rivoluzionario per il mondo dell’impresa, soprattutto quello italiano: il coraggio di cambiare. Vale a dire, la capacità di innovarsi, di mettere a punto nuove strategie attraverso le interpretazioni del presente e di una società in costante ed epocale fermento.

La pandemia, le guerre, la crisi dei microchip, l’aumento dei tassi di interesse e la riduzione di accesso al credito sono alcuni degli eventi degli ultimi anni che hanno stravolto le abitudini di vita delle persone e le loro priorità. A partire dalla diminuzione della propensione al consumo.

Davanti a questo tsunami, Di Ciommo, denotando grande senso di appartenenza verso l’azienda, si è messo in gioco. Ha accettato il rischio e ha rotto con il passato, proponendo un nuovo modello di business.

Dunque: digitalizzazione dei processi, nuove politiche commerciali di vendita (on-line/off-line), nuova organizzazione di uffici, formazione, progetti territoriali, etc.

Una serie di novità incentrate sull’altro motore dell’azienda: il capitale umano.

Chi ha tradotto le idee nei fatti, sono state le persone di Authos: 121 dipendenti e 84 collaboratori. Alcuni di loro sono stati anche i protagonisti della serata a Vigna Chinet, cimentandosi in esibizioni artistiche come canti, danze e recitazioni.

Un’atmosfera di festa e allegria alla quale ha partecipato lo stesso Di Ciommo. E nella quale non sono mancati i giochi (come la smorfia e i quiz), riflesso di quell’armonia indispensabile sul luogo di lavoro per raggiungere grandi traguardi.

Tra le