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Francesco Di Ciommo: «Futuro delle imprese? ESG e innovazione»


Francesco Di Ciommo: “Futuro delle imprese? ESG e innovazione”

La filosofia del numero uno di Authos all’evento “Ripartiamo dalle idee”

«Non conta “che cosa” si fa, ma “come” si fa». Ha esordito così Francesco Di Ciommo, presidente e CEO di Ford Authos, a “Ripartiamo dalle idee”, evento organizzato da “Torino Magazine” ed “Edit Space for People” che si è tenuto presso l’Edit Garden di Torino martedì 19 settembre.

Poche ma efficaci parole per sintetizzare la sua filosofia di impresa e introdurre il tema del suo intervento: l’importanza dell’innovazione per un’azienda. Un argomento oggi al centro di più dibattiti tra gli imprenditori, ma che rimane spesso prigioniero di un alone di indefinitezza. Motivo? L’incapacità di rispondere innanzitutto a una domanda: che cosa significa “innovare”?

Grazie alla sua esperienza alla guida di Authos, passata in un decennio da realtà prossima al fallimento a società dal futuro prosperoso, Di Ciommo ha le idee ben chiare sul punto: «Innovare, è la capacità di cambiare in maniera semplice».

Un obiettivo che un imprenditore può centrare se possiede un requisito ben preciso: il coraggio. «Oggi, il passo più grosso è il coraggio di cambiare, la volontà di implementare il cambiamento in un mercato che, se si vuol fare il profitto in maniera longeva, bisogna avere la capacità di approcciare con semplicità» ha spiegato Di Ciommo. Che poi si è soffermato su come attuare questa teoria: «Non sono necessari investimenti miliardari o a livello tecnologico, ma cercare le persone giuste per ogni dipartimento dell’azienda, prestare attenzione al mercato e saperlo interpretare a dovere».

Questa attitudine per un’azienda equivale innanzitutto a sapersi adattare ai cambiamenti. Anche i più improvvisi. Come una pandemia che obbliga a stravolgere il proprio modello di business. «Quanti di voi erano preparati alla digitalizzazione e a saper creare il delivery, normale negli Stati Uniti dove ho lavorato ma non a Torino?» è stata la riflessione ad alta voce di Di Ciommo. Che ha proseguito: «La pandemia ci ha messo davanti a un problema: essere digitalizzati e innovativi per poter essere adattabili al nuovo mercato».

Nel quale un’altra tappa fondamentale per ogni azienda che vorrà recitare un ruolo da protagonista nei prossimi anni sarà la virtuosità. Cioè, soddisfare i requisiti ESG (Environmental, Social and Governance) e rappresentare un ottimo modello di sviluppo sostenibile. Dove si rispetta l’ambiente, si favorisce l’inclusione sociale e ci si adopera per un benessere dei propri dipendenti.

Tre concetti alla base del nostro modello dell’ultimo triennio, che ci hanno permesso, come Authos, di ottenere la certificazione ESG (dicembre 2021) e lo status di società benefit (febbraio 2023).

Traguardi cercati e voluti da Di Ciommo, che li reputa indispensabili per ispirare fiducia ai consumatori del domani. «C’è un dato importante, frutto di ricerche a livello internazionale. La generazione “Z”, quella dei ragazzi tra i quattordici e i sedici anni, fra cinque anni sarà disposta a compare un bene

L’idea rivoluzionaria della Svezia: l’autostrada elettrificata


L’idea rivoluzionaria della Svezia: l’autostrada elettrificata

Un altro motivo per scegliere l’auto elettrica? La ricarica a portata di… strada! Dalla Svezia arriva un’altra idea rivoluzionaria per l’intero settore automotive: la prima autostrada elettrificata. Si tratta di un segmento di 21 km della E20, l’arteria che collega la città di Hallsberg con quella di Örebro, che sarà attivo a partire dal 2025.

Una scelta geografica non casuale – è la zona del triangolo logistico tra Stoccolma, Göteborg e Malmö, cioè le tre città più fiorenti a livello industriale e commerciale – per un progetto destinato a imprimere una svolta epocale al mondo delle quattro ruote.

Infatti, qualora avesse il successo atteso, l’autostrada elettrificata rappresenterebbe una spinta decisiva per l’affermazione della mobilità sostenibile. Perché risolverebbe uno dei suoi problemi principali: la mancanza di postazioni di ricarica, le famose, quando non famigerate, colonnine.

Il merito è del sistema di ricarica previsto per questo tipo di viabilità, che sarà di natura induttiva. Sotto l’asfalto sarà collocata una piastra che, con una tecnologia simile alla ricarica wireless dei telefoni cellulari, trasmetterà elettricità al veicolo in transito e dotato di una bobina ricevente. Questa, a sua volta, la utilizzerà per ricaricare la batteria.

Da parte del governo di Stoccolma ci sono grande fiducia e grandi aspettative su questo progetto. Tanto che, se dovesse produrre i risultati auspicati, si estenderebbe a oltre tremila chilometri di strade. In quel caso, sarebbe un trionfo che non passerà inosservato e che non potrà essere ignorato dagli altri Paesi europei.

In molti dei quali, a partire dall’Italia, l’auto elettrica fatica ad affermarsi per la mancanza di investimenti governativi nel settore delle infrastrutture, cioè le postazioni di ricarica, che finiscono per vanificare anche lodevoli iniziative come gli ecoincentivi. Un nodo che prima o poi dovrà essere sciolto, se si vorrà mantenere l’obiettivo della neutralità climatica fissato dall’Unione Europea per il 2035.

Un traguardo alla portata almeno per i Paesi scandinavi. In Norvegia le postazioni di ricarica hanno superato il numero delle stazioni di servizio, in progressivo smaltimento. Mentre per la Svezia questo nuovo progetto non è che l’ultimo atto di un percorso iniziato da diversi anni.

Nel 2016, fu sperimentato un primo breve tratto di strada elettrificata nella cittadina di Gävle. In quella circostanza, furono utilizzate linee elettriche aeree che permisero la ricarica soltanto ai veicoli pesanti mediante l’ausilio di pantografi. Due anni più tardi, invece, fu la volta dell’E-road Arlanda, un tratto di strada fra l’aeroporto di Stoccolma e un centro logistico nelle vicinanze, che consentiva ai camion elettrici di abbassare un braccio mobile per rifornirsi di elettricità. Ve ne avevamo già parlato in passato.

Anche nei prossimi mesi continueremo a seguire l’argomento. Per cui, se volete rimanere aggiornati, non perdetevi le novità del nostro blog. Mentre se desiderate saperne di più sui vantaggi di un’auto a batteria rispetto a una a benzina, fate un salto nelle nostre sedi. Il nostro

Mustang Mach-E: un’auto da Guinness


Mustang Mach-E: un’auto da Guinness

Il SUV elettrico dell’Ovale Blu autore di tre primati da record

La regina dei guinness. Mustang Mach-E sembra proprio essere una vettura dalle infinite qualità. Fra queste, anche la capacità di entrare per tre volte nel “Guinness dei Primati”. Era il 2021. Poco tempo dopo aver fatto il suo debutto sul mercato, il primo SUV elettrico dell’Ovale Blu centrò altrettanti record che ancora resistono.

Essere la vettura elettrica col tempo di ricarica più breve mai raggiunto. Essere l’auto che necessita del minor numero di soste di ricarica sulla distanza più lunga mai percorsa. Ed essere anche il veicolo a batteria più ultra-efficiente in termini di consumo energetico più basso.

Tre obiettivi raggiunti in questo periodo dell’anno: l’estate. A luglio, lungo il percorso tra John O’Groats e Land’s End, 840 miglia (1.352 chilometri) dal punto più a nord-est al punto più a sud-ovest del Regno Unito, Mustang Mach-E stupì il mondo.

La versione Extended Range, dotata di trazione posteriore con batteria da 88 kWh, necessitò soltanto di due ricariche per coprire la distanza più lunga mai percorsa da una vettura elettrica. A guidarla, a turno, i piloti Fergal McGrath e Kevin Brooker e il giornalista BBC Paul Clifton.

Non appagata dall’incredibile risultato, due mesi dopo la creazione più suggestiva dell’Ovale Blu, che potete trovare presso le nostre sedi, ricevette altri due prestigiosi riconoscimenti dal “Guinness World Records”.

Fu certificato che in quel tragitto aveva impiegato appena quarantatré minuti e tredici secondi per ricaricare le sue batterie dalle parti di Wigan, Nord-Est dell’Inghilterra. E poi che aveva dimostrato la sua ultra-efficienza, viaggiando a 6,5 miglia per chilowattora (kWh). Vale a dire, l’equivalente di ben oltre 500 miglia di autonomia rispetto alle 379 miglia ufficiali per singola ricarica. Un risultato che ha triplicato il target fissato dal “Guinness World Records” per questo tipo di veicoli.

Questi tre primati sono motivo di orgoglio per tutta Ford. Mentre per il mondo delle quattro ruote non è una novità essere presenti tra i guinness.

L’ultimo ingresso, in ordine di tempo, è recente. Il nuovo SUV “Jaguar E-Pace” ha stabilito il nuovo record di “barrel roll” con un volo carpiato lungo 15,3 metri il giorno dell’inaugurazione.

Invece, andando indietro di qualche anno, troviamo l’auto più piccola al mondo. Fu realizzata nel 2012, in Texas, da un ragazzo del Texas, Austin Colson. La sua passione per le quattro ruote e la sua creatività lo portarono a concepire una “microcar” omologata per la strada dalle dimensioni bonsai: 126,47 cm di lunghezza, 65,41 cm di larghezza e 63,5 cm di altezza!

In Giappone, nel 2010, un gruppo di insegnanti e studenti mise a punto l’auto più bassa: la “Mirai”. Facevano parte del corso di “Automotive Engineering” della “Okayama Sanyo High School” di Asakuchi, città a quasi 700 chilometri da Tokyo.

Questo modello, che in giapponese significa “futuro”, non ha niente a che vedere col più

Tutor autostradali: conosciamoli meglio


Tutor autostradali: conosciamoli meglio

Che cosa sono, come funzionano e cosa si rischia

Estate: tempo di vacanze e di viaggi. Molti di questi, in autostrada. Dove, se non c’è un traffico con densità da Grande Raccordo Anulare alle nove di mattina, si può essere anche invogliati a schiacciare l’acceleratore. Col rischio però di sgradevoli sorprese. Come una multa per eccesso di velocità. A causarla, i dispositivi preposti per questo tipo di operazioni: i tutor autostradali.

Dislocati su 166 tratte della rete autostradale nazionale, coprono un totale di 1.550 chilometri (Polstrada, aprile 2023). Il loro obiettivo è indurre i conducenti al rispetto dei limiti previsti dal Codice della Strada per migliorare la sicurezza di chi è al volante.

Ma come funzionano? E in che cosa si differenziano rispetto a un altro sistema di contrasto dell’alta velocità come l’autovelox?

A differenza di quest’ultimo, che acquisisce l’andatura del mezzo nell’istante in cui transita davanti alla cellula fotografica, i tutor autostradali agiscono su un segmento stradale più ampio, compreso tra i dieci e i venticinque chilometri e che ingloba anche le corsie di emergenza. Alle sue estremità sono posizionati due portali, dotati di telecamere e di sensori inseriti sotto l’asfalto, che registrano la targa e la velocità dei mezzi sia in fase di entrata che in quella di uscita.

Una volta fuori dal tratto di osservazione, il software del sistema calcola la velocità media del veicolo, tenendo conto della sua velocità di ingresso, di quella di uscita, della distanza e del tempo di percorrenza. Se il risultato infrange i limiti previsti dal Codice della Strada, il sistema interroga il database della Motorizzazione Civile per risalire all’intestatario del mezzo. Dopodiché trasmette l’informazione alla Polizia Stradale che, accertata la violazione, attiverà la procedura per notificare la sanzione al trasgressore.

Prima di scendere nel dettaglio delle multe, occorre ricordare i limiti di velocità in autostrada: 130 km/h in condizioni normali e per automobilisti non neopatentati: 110 km/h in caso di pioggia; 100 km/h per chi ha la patente B da meno di tre anni.

Qualora l’infrazione commessa sia entro i 10 km/h, si pagherà una penale tra i 42 e i 173€ (che salgono a 224€ se l’illecito è rilevato di notte).

Se invece la trasgressione sarà tra i 10 e i 40 km/h, il provvedimento pecuniario sarà molto più salato: dai 173 ai 694€ con sottrazione di tre punti sulla patente. La forbice di notte si allargherà tra i 702,67 e i 2.810,67€.

Qualora la nostra velocità ecceda tra 40 e i 60 km/h rispetto alla norma, il conto sarà ancora più salato: dai 543 ai 2.170€ con sospensione della patente da 1 a 3 mesi e decurtazione di sei punti. Anche qui, aumento in caso di irregolarità notturna: da 702,67 a 2.810,67 euro.

Infine, previsti costi pesanti se il tutor registrerà un passaggio superiore di 60 km/h rispetto al consentito. Dagli 845 ai 3.382€ di multa con dieci punti in meno sulla patente

E-Transit Courier: ecco un’altra novità targata Ford


E-Transit Courier: ecco un’altra novità targata Ford

Sempre più numerosa la famiglia dei veicoli commerciali dell’Ovale Blu

Aziende e liberi professionisti di tutta Italia, festeggiate: c’è un altro nuovo van pronto a fare al caso vostro. È il Nuovo Ford E-Transit Courier, la versione 100% elettrica del Nuovo Ford Transit Courier, annunciato ufficialmente dall’Ovale Blu lo scorso 6 aprile.

Una novità nel segno del presente, perché unione di sostenibilità e tecnologia. Cioè i cavalli di battaglia dell’attuale ciclo produttivo della casa di Detroit, che dal 2021 ha intrapreso la strada di una massiccia elettrificazione della sua flotta insieme a una loro veste sempre più connessa con il mondo.

Ancor prima di addentrarsi nella versione full electric di questo nuovo modello, vale la pena soffermarsi sul Nuovo Transit Courier. Famoso per essere il più compatto della gamma dei veicoli commerciali Ford, la nuova versione si dimostra ancora più ampia delle precedenti.

La maggior larghezza (1,22 metri) e la maggior lunghezza del vano (1,8 metri) consentono un volume di carico pari a 2,9 m3, che offre il 25% in più in termini di spazio rispetto al modello attuale. A cominciare dalla disponibilità per 2 EuroPallet (1200×800 mm). L’ideale per le imprese e gli artigiani costantemente impegnati nel trasporto di materiali e in operazioni di “carico e scarico”. L’alimentazione è invece la novità principale del Nuovo Ford Transit Courier. Oltre alle consuete versioni a benzina e diesel, il nuovo modello sarà disponibile anche in modalità totalmente elettrica. Di fatto, un E-Transit Courier.

Il suo cuore pulsante è la batteria da 136 CV (100 kW) con 290 Nm di coppia massima. Per ricaricarlo, due modalità. A corrente alternata (11 kW) sarà possibile ricaricare dal 10 al 100% della batteria in un tempo massimo di 5.7 ore. Con la corrente continua (fast, 100 kW) dal 10 all’80% della ricarica in meno di trentacinque minuti. Con soli dieci minuti di autonomia sarà possibile percorrere circa 87 km.

Disponibile anche nelle versioni Van Cabina Singola e Van Doppia Cabina e nelle serie Titanium (Limited), il nuovo E-Transit Courier potrà trascinare fino a 750 kg di carico.

Immancabile, come su altri mezzi della gamma, l’ausilio tecnologico. All’interno dell’abitacolo, presente il sistema di infotainment Ford SYNC 4 da 12″, compatibile sia con Apple Carplay che con Android Auto.

Tra i dispositivi di assistenza alla guida si segnalano invece: il pre-collision assist (con riconoscimento di pedoni e ciclisti); il mantenimento attivo della corsia; il riconoscimento dei cartelli stradali; il limitatore di velocità intelligente e i fari abbaglianti automatici.

La produzione del Nuovo Transit Courier è iniziata a giugno 2023, con le versioni diesel e benzina disponibili sul mercato già entro la fine dell’anno.

L’E-Transit Courier sarà invece acquistabile a partire da giugno 2024. Nel frattempo, sia per prendere informazioni su quest’ultima novità che per saperne di più su tutti gli altri veicoli della gamma, potete parlare con uno dei

Animali in viaggio: quali giochi per i vostri amici a quattro zampe?


Animali in viaggio: quali giochi per i vostri amici a quattro zampe?

Alcune idee per divertire cani e gatti in auto

Avanza l’estate, aumentano i viaggi e cresce il bisogno di intrattenimento. Non soltanto nelle località scelte come mete per il nostro relax, ma anche durante il trasferimento in auto che affrontiamo per raggiungerle.

Non per noi che siamo al volante, quanto per i nostri compagni di viaggio. Che in questo caso possono avere quattro zampe. Perché chi possiede un cane o un gatto, spesso li porta con sé anche nei suoi soggiorni al mare o in montagna. E se le distanze da coprire sono lunghe, talvolta addirittura di una giornata, bisogna pensare anche a come renderle più sopportabili anche per i nostri amici animali.

Come i bambini, anche loro hanno bisogno di cure e di attenzioni per le lunghe traversate. In passato, su queste pagine vi avevamo dato alcuni suggerimenti per rendere più sicuro e agevole il loro viaggio.

Adesso, invece, vogliamo proporvi alcune idee per renderlo più divertente. Considerando che per ore dovranno stare nella loro lettiera oppure nel loro trasportino, è meglio lasciarli assieme a dei giochi adatti per trascorrere al meglio il tempo. In questo modo, avrete due vantaggi: disinnescherete la loro comprensibile impazienza di arrivare a destinazione e non avrete disturbi mentre siete alla guida.

Una soluzione per tanto benessere è uno dei giochi per animali famoso in tutto il mondo: la palla. Morbida, di varie fatture e dimensioni, non può che fare la loro felicità. Ne esistono di tanti tipi e con tanti colori. Tra le più gettonate, la palla massaggia gengive. In gomma naturale e di diametro piccolo, non superiore ai cinque centimetri, dall’aroma differente, stimola la masticazione e favorisce anche l’igiene dentale.

Altro modello diffuso è la palla “cinque sensi”, in grado di esercitare tutti e cinque gli organi di interazione con l’ambiente circostante del vostro “Fido”. Così abbiamo la superficie con diverse rappresentazioni per il tatto; tre colori ben distinti per la vista; l’udito attivato ogniqualvolta grazie al suono interno; olfatto e gusto sollecitati dall’aromatizzazione dell’oggetto, che di solito richiama il sapore della carne.

Tra i giochi per animali, un’alternativa alla palla possono essere gli ossi in gomma. Anche qui c’è solo l’imbarazzo della scelta per modelli e tipologie. La loro funzione principale è di tenere impegnato il cane, che può così tenere in allenamento anche la sua mandibola. E tra i più divertenti segnaliamo proprio quelli a forma di coscia di pollo o di salsicce, così da dare l’illusione di un saporito spuntino.

Dai divertimenti per i più grandi a quelli per i più piccoli. Qualora il vostro cane sia un cucciolo, ecco alcuni giochi per animali che fanno al caso suo e vostro. I “baby osso” o le zampine in lattice con i quali possono iniziare ad affilare i denti. Oppure tanti altri piccoli gadget, sempre in lattice e

Quando l’auto è un gioco da spiaggia


Quando l’auto è un gioco da spiaggia

Alcune idee a quattro ruote per divertire i bambini

Tempo di estate, tempo di mare. E di giochi. L’arrivo della bella stagione e la fine della scuola significano soprattutto vacanze in spiaggia. In particolare, per le coppie con bambini, alla ricerca del sospirato riposo dopo un anno di lavoro e di lezioni in classe.

Ma sotto l’ombrellone spesso le richieste dei più piccoli, indecisi su come trascorrere il tempo a loro disposizione, possono prendere il sopravvento. Tra un “Ma ora che faccio?”, un “Mamma, giochi con me?” e un “Uffa, mi annoio!”, le domande si susseguono in fretta e per i grandi il relax rischia di trasformarsi fin da subito in un miraggio.

Sennonché ecco arrivare in soccorso, oltre agli intramontabili paletta e secchiello o maschera per esplorare i fondali, anche i divertimenti a tema automobilistico. Sono infatti diversi i passatempi balneari a quattro ruote per bambini. E tutti molto gettonati.

A partire dalle formine di plastica raffiguranti automobili, camion e piccoli van. Grazie alle quali i vostri figli potranno dare spazio alla loro creatività, immaginando un domani di poterne guidare uno vero come quelli che potete trovare presso le nostre sedi tutto l’anno.

Dalle auto in sabbia a quelle sulla sabbia. Per rendere più interattiva l’esperienza dei bambini, ecco una vasta gamma di fuoristrada, escavatrici e camion col cassone ribaltabile. Modellini colorati e a batteria, con i quali dare vita a giochi che sviluppano l’arguzia e la fantasia.

Per esempio, prendere la sabbia con l’escavatrice, rovesciarla sul camion e portarla nella zona dove si è deciso di costruire un bel castello di sabbia. Così se un domani vostro figlio dirigerà i lavori su un cantiere, saprete “dove” e “come” tutto cominciò…

Per gli amanti della competizione, invece, un divertimento evergreen: le biglie. In plastica, a forma sferica metà colorata e metà trasparente, con all’interno la riproduzione di piloti da corsa delle due o delle quattro ruote. Per sfidarsi con gli amici o con i parenti, immaginando di emulare le gesta dei propri beniamini in gare su piste di sabbia inventate al momento.

Infine, qualora quattro ruote sulla spiaggia non fossero sufficienti, c’è sempre il mare. Perché? Si può entrare in acqua con la macchina? Certo. Basta che sia gonfiabile. Come quelle ispirate al celebre cartone animato del settore, Cars.

O come altre ugualmente fiammanti, comode e talvolta dotate di gadget aggiuntivi tipo un vasto numero di palline di plastica colorate. Modellini dai quali si può entrare e uscire in continuazione mentre ci si “avventura” tra le onde.

In poche parole, delle alternative alle piscine gonfiabili o ai materassini, in alcuni casi anche a forma di carrozza delle principesse, ottime per favorire il rapporto dei vostri figli con l’acqua e per far provare loro l’emozione di essere alla guida di una vettura vera e propria. Tanto nella circostanza non ci

Anche ad agosto Authos è con voi


Anche ad agosto Authos è con voi

I nostri servizi attivi tutta l’estate

Un faro nella notte in mezzo al mare. Sarà questo il volto di Authos nel mese di agosto, quando caleranno le tenebre sulla disponibilità di servizi, perché numerose aziende abbasseranno le saracinesche per la consueta pausa estiva e l’Italia assumerà l’aspetto di una grande ghost town.

Un modus operandi che è uno dei difetti del nostro Paese, all’estero anche ad agosto si lavora come negli altri mesi, e che provoca due conseguenze: calo del fatturato e, soprattutto, diffuso disagio tra le persone, che potrebbero aver bisogno di quel bene o di quel servizio proprio in quel periodo dell’anno.

Essere invece sempre a disposizione del cliente è la filosofia condivisa da Authos e dal nostro presidente e CEO, Francesco Di Ciommo, che anche nel 2023, come in passato, manterrà le sue sedi aperte anche per tutto il mese di agosto. Una scelta ancora una volta in funzione delle persone, che da noi troveranno tutte le risposte alle loro esigenze.

A cominciare dal settore più richiesto di questo periodo: l’officina. Molti di voi sono in partenza per le vacanze, devono affrontare un lungo viaggio, vogliono essere sicuri che il loro veicolo goda di ottima salute, ma non trovano un’officina aperta? Possono prendere appuntamento con la nostra sede di Moncalieri.

Dove il nostro personale sarà a disposizione per qualsiasi necessità. Dal controllo della pressione degli pneumatici alla loro sostituzione in caso di foratura; dalla sostituzione di un elemento danneggiato, per esempio il tergicristallo, a un check-up completo del mezzo (controllo della pressione delle gomme, liquido di raffreddamento, olio motore, etc.).

Per prenotare un appuntamento, potete contattare il nostro BDC. Cioè, il servizio di rapporti con l’utenza per quanto concerne sia il versante meccanico che commerciale. Composto da dodici persone, anche ad agosto sarà a vostra disposizione. Oltre che per la parte officina, potrete prenotare il tagliando per la vostra vettura oppure scegliere di parlare con un consulente.

Ma non solo. Potrete contattare il BDC anche per lasciare una segnalazione che verrà successivamente trasmessa all’ufficio di competenza. Un ventaglio di opportunità che prende in carico i bisogni del cliente, permettendogli di sentirsi sempre ascoltato. Per saperne di più, date un’occhiata al nostro sito.

Infine, chi ha detto che ad agosto non si può cambiare auto? Oppure prendere informazioni per un futuro acquisto? Da noi, l’estate è uguale alle altre stagioni anche per i servizi del settore vendita. Vale a dire: test drive, videochiamata, vendita on-line, piani finanziari, noleggio a breve e lungo termine e rinnovo per i clienti che hanno il contratto in scadenza.

I nostri saloni rimarranno sempre aperti dal lunedì alla domenica con orario continuato (dalle 9 alle 19:30). E sarà sempre operativo anche lo “Smart Lab“, tranne che nel giorno di chiusura del centro commerciale “Le Gru”

Ford sempre più green: ecco l’E-Tourneo Courier


Ford sempre più green: ecco l’E-Tourneo Courier

Più spazio e maggior comodità nel segno dell’elettrico

Inarrestabile. Non potrebbe esserci parola migliore per definire la marcia di Ford verso la mobilità sostenibile. Lo scorso 15 maggio, durante l’evento “Bring on Tomorrow” che si è svolto a Copenaghen, l’Ovale Blu ha annunciato l’arrivo di un altro veicolo elettrico: il nuovo E-Tourneo Courier.

Si tratta dell’evoluzione del Ford Tourneo e può essere considerato il fratello dell’E-Transit Courier lanciato poco più di trenta giorni fa. Perché ne riprende concept e design. Cioè, più spazi e grande compattezza aerodinamica. Il merito è delle nuove dimensioni: 4,33 metri di larghezza, 1,81 metri di altezza e 2,07 metri di larghezza che tiene conto anche degli specchietti retrovisori.

Una piattaforma ideale per offrire comodità ai suoi passeggeri e agevolezza nel trasporto dei bagagli, che disporranno di una capienza maggiore del 44% rispetto a quella del predecessore. Un vantaggio sul quale influisce anche l’abitacolo, che beneficia di sedili posteriori frazionati e ribaltabili, che consentono una capacità di carico tra i 1.118 litri (con cinque posti) e i 2.621 litri. Quest’ultima possibile se si ribaltano i sedili e si rimane soltanto con due posti. 

Altra somiglianza tra l’E-Tourneo Courier e l’E-Transit Courier non può che essere l’alimentazione a batteria. Anche qui batte un cuore elettrico da 136 CV (100 kW), in grado di trainare carichi fino a 750 kg, e ricaricabile in due modi: corrente alternata fino a 11 kW, corrente continua fino a 100 kW.

Non soltanto litio. Il nuovo Tourneo Courier avrà anche una versione a benzina. A caratterizzarla, un cambio manuale a sei marce oppure una trasmissione automatica a sette rapporti e un motore a benzina da 1.0 litri, che erogherà una potenza da 125 CV grazie alla quale sarà possibile agganciare carichi fino a 1.000 kg. 

Pensato per la famiglia, l’E-Tourneo Courier sarà l’ideale per muoversi soprattutto fuori città, in spostamenti all’insegna dell’avventura e del divertimento. E poiché veicolo della nuova frontiera green e digitale, non potrà fare a meno di una connettività, garantita dalla compatibilità con Android Auto e Apple Car Play, e di una tecnologia all’avanguardia.

Due requisiti che si traducono nel cruscotto “digiboard” dotato di un quadro strumenti interamente digitale e il sistema multimediale di infotainment SYNC 4 con schermo touchscreen da 12″. La presenza del modem Ford Pass Connect di serie, associato all’app Ford Pass del nostro smartphone, consentirà di accedere a numerose funzioni come, per esempio, la geolocalizzazione, lo stato di salute del veicolo, i livelli di carburante o l’autonomia residua della batteria, etc. etc. 

Prodotto nello stabilimento

Auto e disabilità: un mondo in evoluzione


Auto e disabilità: un mondo in evoluzione

Dal car-sharing alle app, tutto quello che c’è da sapere

Car-sharing per i disabili. Da Torino nei prossimi mesi potrebbe partire una rivoluzione per il mondo dell’automotive. Merito dell’approvazione di una mozione di un consigliere della maggioranza comunale, che lo scorso aprile aveva avanzato la proposta di istituire il servizio di mobilità a noleggio anche per le persone portatrici di handicap. La sperimentazione dovrebbe iniziare a breve e rappresenta un significativo passo in avanti verso una società all’insegna dell’inclusione.

Un concetto caro all’universo delle quattro ruote, che sta facendo la sua parte da diversi anni. Attraverso un costante impegno a fornire le strumentazioni migliori per la conduzione dei veicoli a coloro affetti da menomazioni fisiche o psicologiche. Una fruizione che dipende, innanzitutto, dalla patente speciale di guida.

Per ottenerla, se già si possiede la patente, si dovrà sostenere una visita di idoneità presso una Commissione Medica Locale, di solito la ASL provinciale di riferimento, dopo aver presentato la domanda completa del certificato medico che attesta l’handicap. Accertata la bontà della documentazione, i medici predisporranno il dispositivo da utilizzare a bordo del veicolo, che sulla patente speciale sarà riportato con un codice numerico identico per tutti i Paesi dell’Unione Europea e consentirà di condurre esclusivamente quel tipo di mezzo.

Qualora invece la persona affetta da disabilità debba ancora conseguire la patente, dopo la visita di idoneità dovrà sostenere gli esami teorici e pratici secondo la prassi prevista dalla legge. Vale a dire, svolgendo le lezioni di guida con il mezzo già dotato dell’ausilio assegnato.

Sono quattro le categorie delle patenti speciali, il cui rinnovo è previsto ogni cinque anni: la A, valida per i motoveicoli fino a 1,3 tonnellate; la B, che abilita per moto e autoveicoli fino a 3,5 tonnellate e con un massimo di nove posti; la C, esclusiva per autoveicoli tra le 3,5 e le 11,5 tonnellate; la D, per autoveicoli con numero di posti, escluso il conducente, non superiore a 16.

Gli ausili dipendono dal tipo di disabilità. Si può andare dai dispositivi di presa del volante a quelli di controllo delle luci o dell’indicatore acustico; dagli adattamenti della leva del cambio alla frizione automatica; dall’acceleratore manuale al pedale dell’acceleratore a sinistra; etc. Per un elenco più dettagliato, si può consultare il sito dell’ACI.

Ciascuno di essi potrà essere installato sul proprio mezzo in un’officina autorizzata e otterrà il definitivo via libera dopo un collaudo presso l’Ufficio della Motorizzazione Civile competente per la provincia dell’officina.

Gli adattamenti riguardano anche eventuali passeggeri disabili. Per i quali sono previsti, tra gli altri, lo sportello scorrevole; il sedile scorrevole-girevole simultaneamente, utile ad agevolare l’insediamento del disabile nell’abitacolo del veicolo; quattro soluzioni ad azionamento meccanico-elettrico-idraulico (pedana sollevatrice, scivolo a scomparsa, braccio sollevatore e paranco); sistema di ancoraggio della carrozzella con annesso sistema di ritenuta del disabile (cinture di sicurezza).

Agevolazioni ben conosciute anche da

Authos: perché la formazione aziendale è importante


Authos: perché la formazione aziendale è importante

Dal 2018 è un tassello del nostro modello di business

Il momento per capire subito se Authos fa per te. Dal 2018, la formazione aziendale è una tappa fondamentale per ogni nostra nuova risorsa umana.

Ideata e voluta dal nostro presidente e CEO, Francesco Di Ciommo, con la creazione della Ford Authos Academy, è un tassello di estrema importanza per il nostro modello di business. Perché consente alle persone che lavoreranno per noi sia di conoscere le loro mansioni che di avere un primo contatto con i reparti e con chi fa già parte della nostra realtà.

Ma non solo. La nostra formazione aziendale è innanzitutto un banco di prova perché ciascun profilo si renda conto se Authos sia o meno l’opportunità che fa al caso suo.

Una verifica che avviene al primo step. Quando si rovesciano i ruoli e a presentarsi non sono i singoli candidati. Bensì Authos. In un incontro collettivo illustriamo il nostro modello di business. Vale a dire, i valori della nostra filosofia aziendale, la nostra mentalità, la nostra organizzazione interna e il nostro modo di lavorare.

In questo modo mettiamo a disposizione delle future risorse tutti gli strumenti conoscitivi perché si possano fare un’idea precisa di chi siamo e valutare se Authos sia l’opportunità professionale che vanno effettivamente cercando. Ma c’è di più. Questa strategia ci consente di individuare fin da subito persone animate sì dalla volontà di fare bene il loro lavoro e però soprattutto motivate e pronte a dare qualcosa in più per l’azienda.

Chi arriva al processo di formazione, ha già superato la selezione dei candidati condotta dalla nostra Academy insieme ai responsabili di reparto, che scelgono le persone da sottoporre alla valutazione finale di Di Ciommo, intenzionato a conoscere tutte le persone che lavorano per noi.

All’indomani di queste fasi, inizia la formazione vera e propria. Avviene tutti i giorni con orario completo (dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 19) e la sua durata è variabile. Può andare da un minimo di un mese a un massimo di due o tre per tutti i reparti. E poiché in Authos scegliamo soprattutto persone giovani, che spesso non hanno maturato esperienza nel settore automotive, il suo processo è globale e non investe esclusivamente le dimensioni del prodotto o della vendita.

Questa full-immersion ci consente di capire anche se una risorsa possa essere valorizzata in un altro contesto. Tra i compiti dei responsabili della Academy c’è, infatti, anche la supervisione dello svolgimento delle attività dei reparti. Nei quali, all’occorrenza, possono essere collocate risorse già presenti in azienda per migliorarne il rendimento.

Perché lavorare in Authos significa anche elasticità e capacità di adattamento. Due aspetti che presumono una continua volontà di fondo a mettersi in discussione e una predisposizione naturale al cambiamento. In poche parole, essere working in progress. Una peculiarità dello stesso processo

Centoventi volte “Auguri”, Ford!


Centoventi volte “Auguri”, Ford!

Il 16 giugno l’Ovale Blu spegne le candeline. Ma già pensa al domani

Da “The universal car” a “bring on tomorrow”. Quelli che sembrano due titoli da film, sono in realtà due slogan. Che racchiudono una storia. Quella di Ford, il colosso automobilistico statunitense, che il 16 giugno compirà centoventi anni. Un traguardo speciale e importante, che arriva in un’epoca storica per la mobilità del pianeta, in cammino verso la frontiera dell’elettrico. Una trasformazione storica, nella quale sta giocando un ruolo da protagonista, l’azienda fondata nel 1903 da Henry Ford.

Un ingegnere statunitense, nato nel 1863 da una famiglia della media borghesia (il padre era agricoltore) nella Dearborn oggi sede dell’Ovale Blu, con la passione della meccanica fin da ragazzo.

Alla fine del XIX secolo costruì il primo prototipo di auto con motore a combustione interna. E di lì a poco aprì la fabbrica che lo avrebbe reso celebre nel mondo. Grazie a un’intuizione: costruire un’automobile per tutti. A colpire Ford, di quel mezzo rivoluzionario per l’epoca, che fosse riservato a poche, privilegiate, persone. Allora decise di volerne fare un bene per le masse. “The universal car”, per l’appunto.

Uno dei punti di forza della storia della casa è sempre stata la capacità di vivere il presente, pensando al futuro. L’auto avrebbe rivoluzionato il mondo, bisognava però trovare il modo di far scattare la scintilla.

Così, ispirandosi al taylorismo, filosofia di lavoro teorizzata dall’imprenditore statunitense Fredrick Taylor e incentrata sulla razionalizzazione del ciclo produttivo, Ford inventò un sistema destinato ad aumentare la produzione senza peggiorare le condizioni di lavoro dei dipendenti. Bensì migliorandole.

Era la “catena di montaggio“, che permise una drastica riduzione dei tempi di assemblaggio di una vettura: da dodici ore a sessanta minuti. Questa settorializzazione delle mansioni per ciascun lavoratore fu un triplice guadagno: perché aumentò le ricchezze, il profitto e gli stessi salari degli operai, che videro così crescere il loro potere di acquisto. A cominciare proprio dai beni da loro prodotti.

Fu il primo esempio di un altro caposaldo della filosofia dell’azienda: il capitale umano. “Le due cose più importanti non compaiono nel bilancio di un’impresa: la sua reputazione ed i suoi uomini” chiosò Henry Ford che, a sostegno di questo concetto affermò anche: “Non abbiamo bisogno solo di brave persone, ma di persone brave”.

Grazie alle loro qualità e alle loro capacità, Ford ha potuto raggiungere risultati straordinari. Dalla Ford Model T, uscita nel 1908 e nona auto di sempre più venduta al mondo con circa quindici milioni di esemplari, alla Ford Model A, prima vettura al mondo col parabrezza in lamina di vetro.

Dopo la seconda guerra mondiale, il boom definitivo. L’Ovale Blu espanse il suo marchio anche fuori dai confini a stelle e strisce, conquistando progressivamente i cinque continenti.

Dall’Europa, dove oggi si contano ben cinque stabilimenti (due in Germania, i restanti in Spagna, Romania e Turchia), all’Asia,