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Ford Electric SuperVan: un veicolo commerciale da corsa


Ford Electric SuperVan: un veicolo commerciale da corsa

La robustezza del Transit e la potenza delle hypercar

La forza del passato unita alla velocità del futuro. Con un obiettivo ben preciso: essere il van più potente al mondo. Nasce con questa ambizione il Ford Electric SuperVan, il nuovo veicolo commerciale dell’Ovale Blu, una vera e propria novità destinata a sbaragliare il settore. Perché mai Ford si era spinta così all’estremo nella realizzazione di una sua creatura e perché mai si era visto il concept di un modello da strada evolvere in forma e caratteristiche da far arrossire le sport car.

Quarto modello della serie inaugurata nel 1971, il Ford Electric SuperVan è molto più di un veicolo dimostrativo. Perché se il suo utilizzo sarà esclusivamente sulla pista, l’idea alla sua base rappresenta un grande balzo in avanti nel domani dell’ingegneria e della tecnologia.

Alla robustezza del telaio del Ford Transit Custom, il van più venduto in Europa, il Ford Electric Supervan abbina la velocità e le sembianze delle hypercar. Le auto da corsa a ruote coperte rese celebri da competizioni come la 24 Ore di Le Mans. Un richiamo, un ritorno alle origini. Perché proprio l’esemplare del 1971 si ispirò allo chassis della Ford GT 40 che per la prima volta si era aggiudicata la corsa de la Sarthe in un successo poi celebrato anche al cinema.

Nel Ford Electric SuperVan invece batterà un cuore destinato a far palpitare quello di appassionati e dei fortunati che si metteranno al volante. Quattro motori elettrici e una batteria da 50 kw/h raffreddata a liquido, e posizionata in basso, in grado di assicurare 2.000 CV, un’accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di due secondi e la velocità massima di 320 km/h! Controllo di trazione, launch control e frenata rigenerativa a tre stadi per restituire energia alla batteria completano il ritratto di questa belva dell’asfalto. Interamente green, però. Un’altra peculiarità sua e di Ford nella progressiva elettrificazione della propria flotta.

Progettato da Ford Pro, la divisione sportiva dell’Ovale Blu, il Ford Electric SuperVan ha un’anima teutonica. Beneficia infatti dell’apporto degli esperti di rally e di corse elettrificate STARD, che ha sede in Austria, e della cura del team Ford Design di Colonia (Germania).

Un mix di precisione e tecnologia per un veicolo già aggressivo nell’aspetto con la sua livrea bicolore, come ogni sport car che si rispetti, i suoi passaruote destinati a non rimanere certo inosservati e la lama di luce che taglia in orizzontale la parte bassa del frontale anteriore. Al posteriore, invece, gli intagli e la pinna dorsale del retrotreno confluiscono nell’alettone per generare deportanza e assicurare aderenza e potenza.

Spostandoci all’interno, vano unico dietro al conducente, porta su un lato della carrozzeria per le operazioni di carico e scarico, gabbia di sicurezza completa e sedili da corsa. Dai quali possiamo gestire nella massima comodità le innumerevoli funzioni di

Le gomme da neve e il “winter check-up” di Authos


Le gomme da neve e il “winter check-up” di Authos

Il nostro nuovo servizio per un inverno in sicurezza

Operazione “inverno sicuro“. Entro il 15 novembre fermata box obbligatoria per tutti gli automobilisti. Motivo? C’è da montare le gomme invernali. Certo, viste le folli temperature balneari delle ultime settimane, può sembrar strano parlare all’improvviso di freddo e pioggia. Ma il maltempo è alle porte insieme al ritorno a una normalità climatica che aumenterà i rischi per chi è al volante. Il cambio gomme diventa così la prima mossa di prevenzione. E non sarà l’unica, come scoprirete nelle prossime righe.

Intanto, però, due parole su questi speciali battistrada. Quali sono le loro caratteristiche? E perché sono importanti?

Gomme da neve: caratteristiche e alternative

Le gomme da neve sono idonee per la circolazione su strade minate dalle intemperie atmosferiche. Pioggia, ghiaccio, fango e gli stessi bianchi fiocchi fonti di meraviglia per milioni di persone rendono l’asfalto più scivoloso e mettono a serio rischio l’incolumità di chi si trova dentro un abitacolo. Il loro speciale battistrada, dotato di un vasto numero di lamelle e intagli che favoriscono un maggior drenaggio dell’acqua e il trattenimento dei fiocchi di neve, migliora l’aderenza al manto stradale e la stabilità del mezzo. E si riconoscono per la stilizzazione sulla spalla della gomma del fiocco di neve e della montagna, seguite da una di queste tre sigle: “M+S” o “MS”, “M&S”, “M-S”. Dove le due lettere stanno per mud (fango) e snow (neve).

Al loro posto si possono continuare a tenere i pneumatici estivi, montando però le catene in caso di strada innevata o ghiacciata, oppure installare gli pneumatici “quattro stagioni”. Una tipologia adatta per tutti e dodici i mesi dell’anno grazie a una mescola più morbida che però, rispetto alla gomma per l’inverno, riduce lo spazio di frenata del 30-40% diminuendo le garanzie di sicurezza.

Gomme da neve: multe per chi ne è sprovvisto

L’obbligo delle “gomme da neve” è previsto dall’articolo 6 del Codice della Strada. Non averle, significa esporsi al rischio di una multa. Tra i 41 e i 168 euro per i centri abitati e gli 84 e i 335 euro per le strade extraurbane e le autostrade. Alla sanzione pecuniaria si aggiunge anche il fermo del veicolo fino alla sua messa in regola. E, qualora il conducente si rifiuti, anche la sottrazione di 3 punti dalla sua patente, che possono aumentare fino a 5 se l’infrazione fosse compiuta in un ambiente urbano.

Soltanto in due casi non è obbligatorio montare i pneumatici invernali. Il primo è se i precedenti hanno un codice di velocità, indicato da una lettera dell’alfabeto riportata sulla loro spalla, uguale o superiore a quello indicato sulla carta di circolazione. Il secondo, invece, ha a che vedere con la tipologia di strada. Sulle urbane e sulle provinciali dipende dalle ordinanze degli enti che le sovraintendono (Comune e Provincia). Per essere sempre informati, consultate il sito “Pneumatici Sotto Controllo“.

Così Authos tutela il suo capitale umano


Così Authos tutela il suo capitale umano

Di Ciommo lancia una polizza sanitaria gratuita per dipendenti e collaboratori

Un capitale umano più che mai. Fin dal suo insediamento in Authos, dove è presidente e CEO, Francesco Di Ciommo ha messo le persone al primo posto. Al punto da renderle il cuore pulsante dell’azienda, un vero e proprio motore  sempre a pieno regime. Ma così come i propulsori, anche gli individui hanno bisogno di attenzioni e premure. Per preservarne le qualità e consentirli di continuare a esprimere al massimo la loro efficienza. Soprattutto in un periodo storico come questo. Dopo la pandemia, ognuno di noi si trova all’alba di mesi molto complicati a causa dell’aumento dei prezzi e soprattutto del caro bollette, tristi conseguenze di un dramma ancor più tragico come la guerra. Tanto da chiedersi: sarà possibile far fronte a tutte le spese e arrivare a fine mese?

Dalla capacità di interpretare l’evoluzione dei tempi unita alla voglia di fare qualcosa per gli altri, il donare (concetto a lui molto caro), ecco che Di Ciommo ha avuto un’altra idea destinata a lasciare il segno e che ribadisce la centralità del capitale umano in Authos: una polizza sanitaria gratuita per tutti i dipendenti e i collaboratori e i loro famigliari. E così ha stanziato un investimento di 400.000 euro per coprire tutte le eventuali spese presso strutture professionali qualificate.

“Vedendo quello che succede nel mondo, la guerra, il razionamento del riscaldamento e l’aumento delle spese, a cominciare dalle bollette, ho subito percepito le preoccupazioni delle persone. ‘Come faccio ad andare avanti?’. ‘Ce la farò a comprare tutto quello che serve a me e alla mia famiglia?’. E allora mi sono chiesto: ‘Che cosa posso fare per voi, che avete risanato l’azienda col vostro sforzo?'”.

Con queste parole Di Ciommo ha presentato la sua iniziativa nell’assemblea plenaria che si è tenuta nella sede Authos di corso Savona a Moncalieri lo scorso 13 ottobre. Presenti, oltre ai nostri dipendenti, anche esponenti del partner indispensabile per la realizzazione di questa sbalorditiva offerta: Intesa San Paolo.

Una sinergia che si rinnova, dopo le collaborazioni degli anni scorsi e la partecipazione della stessa banca al nostro evento dello scorso giugno, nel segno della fiducia e del continuo stupore. Verso Di Ciommo e la sua mentalità. A conquistare la banca, è stato il suo desiderio di puntare in alto in un momento dove gran parte degli imprenditori giocherebbero al ribasso. “Qua siamo in controtendenza” ha detto Sergio Bava, direttore commerciale del noto istituto di credito torinese “perché, a differenza di altre aziende che in un momento storico simile taglierebbero i costi del personale, Francesco vuole dare alle sue persone qualcosa in più. Quando gli abbiamo spiegato il nostro progetto, lui ha risposto: ‘Sì, io ci sono per le mie persone’. E a noi questo ha toccato”.

Non soltanto la volontà di esserci. Ma di esserci al

Ford e i fari del futuro: un’idea ad alta definizione


Ford e i fari del futuro: un’idea ad alta definizione

In fase di studio una soluzione per una guida più sicura

I fari del domani? Ci indicheranno la strada e ci faranno sentire più sicuri. Almeno se andrà in porto il progetto di Ford. Al passo con i tempi per ciò che concerne l’evoluzione dei consumi, come dimostra la sua propensione verso la mobilità sostenibile con i suoi investimenti di prodotto nell’elettrico, la casa dell’Ovale Blu non è da meno anche sul fronte della tecnologia. E l’ultima dimostrazione arriva da un’idea destinata a migliorare di gran lunga la sicurezza al volante: i fari con tecnologia “high resolution highlits“.

E cioè? Di che si tratta? E cioè? Niente paura. Non è una brutta parola e nemmeno una medicina dall’indigesto sapore. Tutt’altro. Le papille gustative degli amanti delle quattro ruote non potranno che rimanere appagate da questa soluzione. Perché consentirà di proiettare sull’asfalto indicazioni stradali funzionali a quello specifico momento della guida.

L’idea è pensata soprattutto per la notte. Secondo uno studio condotto da Ford nel Regno Unito, il 40% degli incidenti di auto avvengono con il buio. Quando, però, il numero di vetture circolanti è inferiore rispetto alle ore diurne. Un dato che suscita preoccupazione e che ha posto l’interrogativo su che fare per ridurre questa criticità.

Così si è pensato ai fari ad alta definizione. In grado di proiettare immagini della segnaletica stradale davanti agli occhi del conducente. Obiettivo? Evitare che distolga gli occhi dal percorso e aiutarlo a rimanere concentrato, rendendo la sua guida più sicura e confortevole. Chi è al volante, si ritroverebbe disegnati sulla carreggiata i simboli in quel momento a lui più congeniali. Dalla strada sdrucciolevole all’obbligo di svolta direzionale, dal limite di velocità ai possibili allagamenti, dal divieto di sorpasso al rischio di animali vaganti, ecc.

Qualora l’idea dei fari del futuro di Ford si concretizzasse, sarebbe una proiezione all’esterno della vettura della tecnologia HUD (Head Up Display). Punto di forza della strumentazione delle forze militari, è un servizio già presente su molti veicoli del colosso di Detroit. E prevede la riproduzione sul lato interno del parabrezza delle informazioni relative alla condizione della vettura. Il conducente può così rimanere aggiornata senza distogliere lo sguardo dalla strada.

Con lo studio di questa nuova tipologia di fari, Ford si dimostra nuovamente all’avanguardia sul versante del sistema di illuminazione stradale dei suoi veicoli. In passato, è stato il primo costruttore a realizzare fari che modulassero la luce in base alla segnaletica stradale, permettendo al conducente di capire dove fosse il margine della carreggiata.

Successivamente, grazie alla presenza del GPS, ha migliorato l’assistenza alla guida con l’introduzione di vari ausili. Tipo la telecamera anteriore ad ampio raggio di visione, il sistema di monitoraggio dell’angolo cieco e il sistema di riconoscimento dei segnali stradali.

Quest’ultimo è un servizio che, mediante un algoritmo e speciali sensori, consente il rilevamento di cartelli

La nuova mobilità di Milano e l’opportunità di Authos


La nuova mobilità di Milano e l’idea di Authos

Area C sempre più elettrica. Al punto che…

Con Authos al centro di Milano. Un’opportunità più che una semplice idea. Soprattutto dopo le novità regolamentari entrate in vigore dallo scorso 1°ottobre in merito alla circolazione dei veicoli nelle aree B e C del capoluogo lombardo.

Un cambiamento ancora più restrittivo nei confronti delle auto a motore termico e un chiaro segnale a favore di quelle elettriche. Uno scenario ottimo per la campagna promozionale di Ford Kuga plug-in hybrid lanciata da Francesco Di Ciommo, presidente e CEO di Ford Authos, per sensibilizzare ancora di più le persone verso la mobilità sostenibile.

Ma per capire meglio di che cosa stiamo parlando, occorre chiederci: che cosa sono le aree B e C di Milano? E in che cosa sono cambiate nelle ultime settimane?

Area B e Area C

L’area B e l’area C sono due zone di Milano istituite negli ultimi dieci anni dall’amministrazione comunale per regolamentare la circolazione dei veicoli, arginando così il livello di inquinamento atmosferico e riducendo quello acustico.

A nascere per prima, nel 2012, fu l’area C. Vale a dire la zona a traffico limitato (Ztl), quella del centro storico, più comunemente conosciuta come Cerchia dei Bastioni. A oggi conta quarantatré varchi di accesso monitorati dalle telecamere, di cui sette a uso esclusivo del trasporto pubblico. È attiva dal lunedì al venerdì, dalle 7:30 alle 19:30, mentre non è in funzione il sabato e nei giorni festivi.

Carta di identità più giovane per l’area B, nata nel 2018, che copre a gran parte del territorio della città. È delimitata da 186 varchi elettronici, che fotografano la targa dell’auto in ingresso e in uscita dai varchi stessi. Attiva secondo le stesse modalità dell’Area C, si differenzia perché non prevede costi per accedere al suo interno per nessun tipo di veicolo. Ma non solo…

La mobilità nelle due aree

Fino al 30 settembre di quest’anno nell’Area C, oltre alla circolazione gratuita dei veicoli elettrici o con contributo emissivo ≤ 100 g/km e trasportatori di disabili, potevano muoversi anche una nutrita schiera di mezzi a benzina e diesel. A patto che pagassero un ticket di 2 euro (i residenti) o 5 euro (i non residenti).

Nell’area B, sempre gratuita, era invece proibito il transito dei veicoli più inquinanti (Euro 0 e 1 a benzina; Euro 0, 1, 2 e 3 diesel senza FAP e con FAP after-market con classe massa particolato inferiore a Euro 4 e con FAP after-market installato dopo il 31/12/2018 e con classe massa particolato pari almeno a Euro 4; doppia alimentazione gasolio-GPL e gasolio-metano Euro 0, 1, 2, 3; Ciclomotori e motocicli a due tempi e gasolio Euro 0, 1).

Sennonché dal 1°ottobre è cambiato tutto…

Nuova Ford Mustang: un viaggio dentro l’emozione


Nuova Ford Mustang: un viaggio dentro l’emozione

In arrivo la settima versione della “muscle car” più famosa al mondo

Settima serie, settima meraviglia. Gli appassionati di auto e i clienti Ford di tutto il mondo non vedono l’ora che arrivi il 2023. Il motivo? La Nuova Ford Mustang. La vettura simbolo dell’Ovale Blu ritornerà a essere protagonista con un nuovo modello, il settimo della serie inaugurata nel 1964, che si preannuncia ancora più estremo e ruggente dei precedenti.

Anche se il suo arrivo sul mercato europeo è previsto per la parte finale del prossimo anno, mentre negli Stati Uniti è atteso per l’estate, la nuova versione della muscle car resa celebre da Steve McQueen al cinema (Bullitt, 1968) è già destinata a passare alla storia indipendentemente dalle sue caratteristiche. Perché sarà l’ultima esclusivamente a benzina, visto che dal 2030 inizierà la progressiva dismissione dei motori endotermici puri in funzione delle zero emissioni da raggiungere entro il 2050.

Interni avveniristici

Ma non è certo l’esclusività dell’alimentazione a benzina l’unico motivo per gustare l’icona della guida sportiva nel mondo. Tutt’altro. Per cui salite a bordo, allacciatevi le cinture e tenetevi forte. La Nuova Ford Mustang è sinonimo di evoluzione grazie già al suo abitacolo. A sintetizzarlo, una parola: avveniristico.

I nuovi interni infatti sono ancora più spaziosi, raffinati e comodi per una guida e un viaggio più confortevoli, grazie anche all’impianto stereo “Bang&Olufsen” a dodici altoparlanti. Ma soprattutto sono più tecnologici per la riduzione di alcuni elementi (le bocchette del clima scendono a due) e la rimozione di alcuni comandi fisici (radio e climatizzatore), che ora si gestiranno dai 13,2 pollici del display touch dell’infotainment. Un significativo miglioramento in ottica digitale, completato dalla piattaforma Ford SYNC 4, ormai sempre più presenza fissa in tutti i modelli della casa, dotato di Android Auto e Apple Car Play, utilizzabile dallo schermo a 13,2 pollici. Confermata la leva del freno a mano sempre a sinistra.

Al cuore del mito: il motore

Da sempre, il motore è il cuore di un’auto. E questo vale ancora di più per la Mustang, che anche nella nuova versione terrà fede al mito. Anzi, lo farà battere ancora più forte. Merito di un V8 aspirato di quarta generazione, a trazione posteriore, con cinque litri di cilindrata e capace di sprigionare una potenza e una coppia massima ancora maggiori che in passato.

Previsto il cambio automatico a dieci rapporti oppure manuale a sei e dotato di “rev matching”, il sistema che consente la cambiata senza bisogno che il motore riprenda i giri. Un’opzione in più per assecondare le sei modalità di guida: Normal, Sport, Slippery, Drag e Track. Alle quali se ne aggiunge una personalizzabile con più profili disponibili e progettati sulle preferenze del singolo conducente.

Design accattivante per un’auto emozionante

Sguardo da tigre. A completare la rivoluzione della nuova Ford Mustang sono le linee: accattivanti, aggressive e attraenti. Tremendamente. Chi guarda, non potrà che rimanere incantato

Colonnine elettriche: in arrivo un bonus speciale


Colonnine elettriche: in arrivo un bonus speciale

Dal governo incentivi per la loro installazione

Un incentivo nella corsa all’elettrico. Diffusa in molti Paesi europei, specialmente in quelli della penisola scandinava dove la Norvegia recita la parte del leader con il 65% delle auto immatricolate nel 2021 alimentate a batteria, la cultura dell’auto a zero emissioni fatica ancora ad affermarsi in Italia.

Per smuovere le acque e sensibilizzare a una realtà che sarà il futuro delle quattro ruote, ad agosto il governo ha varato un provvedimento ad hoc. Lo stanziamento di 50 milioni di euro per il 2022 e di altri 350 milioni fino al 2030 a privati e condomini per l’installazione di colonnine elettriche. La misura fa parte del cosiddetto “Decreto Aiuti-bis”, nel quale erano compresi anche gli ecoincentivi per l’acquisto di auto e veicoli green.

Come vi abbiamo raccontato nei mesi scorsi, non è obbligatorio ricaricare l’auto elettrica soltanto da una stazione pubblica. Esistono altre modalità. Per esempio, presso il luogo di lavoro oppure la soluzione “fai-da-te” nella propria abitazione. Gli incentivi del decreto “Aiuti-bis” vanno proprio in queste direzioni e sono finalizzati a sensibilizzare gli utenti verso l’elettrico.

Ma quale sarà il loro funzionamento? Per tutti coloro che predisporranno un impianto di ricarica con potenza standard (e non “fast” o “superfast”), è previsto un contributo pari all’80% delle spese sostenute e delle operazioni necessarie all’installazione dell’impianto, la posa in opera. L’importo non potrà però superare il limite di 1.500 euro per richiedente e di 8.000 euro per quanto riguarda le ipotesi di posa in opera sulle parti comuni di edifici condominiali. Per questi ultimi, previsti anche quorum assembleari simili a quelli già previsti per il bonus 110%.

Il bonus per le colonnine elettriche rappresenta un’altra spinta per diffondere la cultura dell’auto a batterie in Italia. Secondo un report di Acea, il nostro Paese è al quinto posto nell’Unione Europea per la presenza di postazioni di ricarica sul territorio (oltre 23.000). Questo dato però corrisponde soltanto al 7,7% delle colonnine elettriche presenti nel Vecchio Continente, che vede ai vertici di questa speciale classifica Olanda e Germania, che rappresentano quasi il 30 e il 20%.

Non è invece ancora conosciuta la procedura per chiedere il bonus. Sul punto non sono ancora disponibili molte informazioni e si dovrà attendere un apposito decreto da parte del Mise (Ministero Sviluppo Economico). Nel frattempo vi invitiamo a seguire il nostro blog per rimanere aggiornati. Mentre se volete saperne di più sulle offerte in materia di mobilità sostenibile, potete dare un’occhiata al nostro sito oppure passate in una delle nostre sedi.

Biocarburanti: perché non convengono?


Biocarburanti: perché non convengono?

Tutti i motivi per i quali non sono così green come sembrano

Biocarburanti. Una realtà diversa da quel che sembra. Quando si parla di transizione ecologica, non si fa riferimento esclusivamente alla mobilità elettrica. Ma anche a una variante green che, secondo i suoi sostenitori, sarebbe comunque garanzia di sostenibilità ambientale: i biocarburanti.

Che cosa sono? Si tratta di carburanti organici ottenuti dalle biomasse, cioè sostanze organiche animali e vegetali presenti in natura. Come mais, semi di girasole, soia e colza. Questi sono i biocarburanti cosiddetti di “prima generazione”. In alternativa si possono ricavare anche dalla lavorazione degli scarti agricoli, degli oli esausti, dei trucioli di legno, delle alghe marine, delle bucce di semi o dal riciclo di letame e altri concimi di provenienza animale. In questo caso si parla di biocarburanti di “seconda generazione”.

Molto utilizzati dall’altra parte dell’oceano, soprattutto negli Stati Uniti e in Brasile, e adoperati anche in alcuni Paesi europei (Germania, Olanda, Inghilterra), a prima vista i biocarburanti sembrano davvero possedere i requisiti per essere una soluzione ecofriendly. Poiché ricavati da risorse presenti in natura, non si esauriranno mai, a differenza dei combustibili fossili come il petrolio, e garantiscono una riduzione dell’emissione di gas serra fino al 65%. Inoltre, sono una scelta conveniente per quei Paesi privi di giacimenti di greggio, che quindi ne importeranno minori quantità risparmiando sui costi.

Ma allora perché un carburante più economico e più pulito per l’atmosfera rispetto ai tradizionali benzina o diesel, non è conveniente al punto da preferirgli il motore elettrico? Perché attraverso una sua attenta analisi, ci si rende conto delle sue varie criticità.

In primis, come accertato da diversi studi, i biocarburanti producono il 10-13% in più della quota tradizionale di ossido di azoto (NO2). Questo problema si rileva soprattutto con il biodiesel, la versione green del carburante per questo tipo di motori. I quali, per riportare questo valore entro i parametri previsti, dovrebbero essere riprogettati da zero. Una soluzione a dir poco impraticabile.

Altri due problemi non di poco conto sono i costi di produzione e l’impatto ambientale delle materie prime. Un discorso rivolto soprattutto ai biocarburanti di “prima generazione”. Per avere a disposizione la giusta quantità di cereali senza ridurre quella destinata alle produzioni alimentari, è inevitabile intensificare le coltivazioni. Un’azione che comporta un aumento della spesa per disporre di un maggior numero di piantagioni. Ma non solo. Aumentare la disponibilità della materia prima sullo stesso terreno, riducendolo così a un monopolio agricolo, finisce per impoverirlo perché, nel tempo, si va a distruggere il suo ciclo vitale.

Da ultimo, i biocarburanti inquinano più di quanto si pensi. Perché la loro lavorazione dipende sia dall’acqua (ne servono molti metri cubi) che dal petrolio o da suoi derivati come la benzina. Basta pensare, per esempio, soltanto a quella bruciata dalle mietitrebbia impiegate nei campi di mais. Tanto che le grandi industrie emettono un’alta

Ford e i rally: dieci anni fa, l’ultima vittoria ufficiale


Ford e i rally: dieci anni fa, l’ultima vittoria ufficiale

Il 16 settembre 2012 l’Ovale Blu faceva suo il Rally di Gran Bretagna

Anche l’ultima vittoria è come la prima: non si scorda mai. Dintorni di Cardiff, domenica 16 settembre 2012. Il finlandese Jari-Matti Latvala e il suo navigatore Miika Anttila stappano festosi lo spumante appena usciti dalla loro Ford Fiesta RS WRC. Hanno appena vinto il Rally di Gran Bretagna. Il RAC.

Una delle gare icona delle corse a ruote coperte fuoristrada, tra le più famose al mondo (si corre dal 1932, escluso il periodo della seconda guerra mondiale) e la più importante e seguita del Regno Unito. Anche del gran premio di Formula-1 in programma ogni anno sul tracciato di Silverstone e di cui vi avevamo già raccontato. Perché il RAC è l’essenza britannica nel motorsport: fondi impervi, condizioni atmosferiche imprevedibili, velocità sul pedale e destrezza nell’evitare insidie requisiti indispensabili per ambire al successo.

Quello che quel giorno, insieme ai due piloti, festeggiava anche tutto il Ford World Rally Team, la squadra ufficiale del reparto corse dell’Ovale Blu. Sono attimi che lo scorrere del tempo trasformerà in immagini da consegnare alla storia. Dei motori e della stessa casa di Detroit. Perché quella fu la sua ultima vittoria nelle competizioni rallistiche. Due mesi più tardi, al termine della stagione, decise di ritirarsi dal campionato, mantenendo la presenza con alcune sue vetture in dotazione ad alcune scuderie private. Come l’anglosassone “M-Sport“, di proprietà dell’ex pilota Malcolm Wilson, negli anni Novanta due volte sul podio nei rally sempre con Ford.

Così quel fine settimana iniziato fra lo sterrato della contea di Proxy assunse, senza volerlo, un sapore indimenticabile. Anche perché fino a quel punto del campionato sia Ford che Latvala avevano potuto raccogliere molti piazzamenti, ma un solo “hurrà”: nel rally di Svezia, tra neve e ghiaccio, a febbraio. Poi troppo più forte la Citroën di Sébastian Loeb. Il binomio francese aveva di fatto egemonizzato il campionato, aggiudicandosi ben sette delle nove gare disputate fino a quel momento. Agli avversari, in pratica, erano rimaste le briciole.

Non fu così in quel week-end, però. L’Ovale Blu partì fortissimo con le sue Fiesta RS WRC. Spinta da un motore Ford EcoBoost 1.6 a 4 cilindri e 16 valvole turbo, disponeva di un cambio sequenziale manuale a sei marce e trazione integrale. Gommata Michelin, aveva un passo di 2480 millimetri e passava da 0 a 100 km/h in meno di cinque secondi. Nelle prime due prove chiuse davanti alla concorrenza grazie al norvegese Petter Sollberg.

Alla terza però il vento prese la direzione della Finlandia. Latvala fece bingo: successo di tappa e testa della classifica. Un caso? Per niente. Perché “Flying Finn” se la tenne ben stretta anche in tutti e i successivi sedici round, nella quale centrò altri sette traguardi volanti grazie al suo stile di guida aggressivo ai limiti dello sprezzo del pericolo. E l’ultimo giorno,

L’auto dopo le vacanze: che fare?


L’auto dopo le vacanze: che fare?

Tutti i consigli per mantenerla sempre efficiente

Voi, rilassati e pronti a tuffarvi di nuovo nel vostro quotidiano. Ma lei? Sarà in grado di fare altrettanto? E il riferimento non è alla vostra dolce metà, quanto a chi vi ha consentito quella vacanza rigenerante appena terminata: la vostra auto. Perché è grazie alla sua efficienza che avete realizzato la vostra voglia di mare o di montagna. Però, mentre voi vi divertivate, lei ha lavorato. E ora che state per riprendere la vita di tutti i giorni, deve essere nuovamente pronta ad assecondare tutti i vostri spostamenti.

Doveroso quindi sottoporla a un controllo. Per verificare che sia tutto a posto, prevenendo eventuali guai e permettendole così di mettere al vostro servizio tutto il suo potenziale.

Auto dopo le vacanze: la tenuta di strada

Ma, dunque, che fare alla vostra auto dopo le vacanze?

Il primo passo è un check-up della sua tenuta di strada. Quindi controllo della pressione delle gomme, che potrebbe essere calata sia per le lunghe distanze affrontate (oltretutto con un carico bagagli dal peso non indifferente) che per l’esposizione prolungata al sole. E in seconda battuta al vostro meccanico di fiducia chiedete anche un controllo alle sospensioni, che potrebbero essere state messe a dura prova da eventuali escursioni impervie. Tipo strade sterrate, fondi scoscesi e brevi guadi.

Auto dopo le vacanze: il motore

Tutte superfici che, insieme all’ipotesi di una vacanza in spiaggia, invitano a chiedere anche una verifica accurata della parte meccanica più importante: il motore. Perché se siamo stati al mare, o anche se ci siamo dedicati a gite collinari, polvere e sabbia sollevate al nostro passaggio potrebbero essersi depositate, seppur in minima parte, nei filtri del nostro propulsore.

Per cui conviene effettuare un controllo finalizzato più che altro a una pulizia, così da evitare che la loro sedimentazione, col trascorrere del tempo, possa comprometterne le funzioni e costringerci, oltre che a un periodo senza macchina, anche a sostenere una spesa non indifferente. Infine, non dobbiamo dimenticare l’impianto frenante. Per cui vale la pena chiedere una verifica al livello del liquido dei freni e monitorare lo stato delle pasticche.

Auto dopo le vacanze: la carrozzeria

Un trattamento di riguardo per la vostra auto dopo le vacanze è doveroso anche per la carrozzeria. Perché la sua vernice potrebbe risentire di una prolungata esposizione ai raggi solari, ma soprattutto della salsedine trasportata dal vento in riva al mare e che potrebbe lasciare una patina sugli esterni.

Per cui la miglior cosa da fare, una volta rientrati, è recarsi presso un autolavaggio, disponibile spesso anche nella nostra officina di fiducia come nel caso di Authos (clicca qui per saperne di più), e chiedere un’accurata pulizia dell’auto e un trattamento successivo con creme e cere finalizzate a rinvigorire la sua lucentezza.

Sempre il sole non è certo un alleato anche delle spazzole dei tergicristalli, che potrebbero essersi indurite. Nel

Patente di guida: dal 2023 sarà digitale


Patente di guida: dal 2023 sarà digitale

Altra storica novità per la burocrazia delle quattro ruote

Dal 2023 inizia l’era della patente digitale. È in arrivo una vera e propria rivoluzione per il documento indispensabile alla conduzione di un veicolo. Stop all’attuale tessera plastificata e via libera a un nuovo modello nel segno della tecnologia.

L’annuncio è arrivato dal ministro per l’innovazione tecnologica Vittorio Colao durante l’incontro con l’Associazione della Stampa Estera in Italia che si è tenuto lo scorso 5 luglio. Ed è un’iniziativa che rientra nel percorso di creazione di un wallet digitale per tutti i cittadini, che prossimamente ingloberà anche la carta di identità e la tessera elettorale.

Patente digitale: novità e funzionamento

Ma quale sarà la veste della nuova patente digitale? E come funzionerà? Dettagli su quest’ultima domanda saranno forniti nei prossimi mesi, quando il servizio sarà definitivamente approntato in vista della sua attivazione, prevista per marzo del prossimo anno. Per cui vi invitiamo a non perdere i nostri prossimi articoli.

Certezze invece al momento sulla sua validità, estesa a tutti i Paesi dell’Unione Europea come l’attuale, e sul suo aspetto. Come scritto, scomparirà la rosea tessera con sembianze da carta di credito che siamo soliti tenere nel nostro portafogli. Al suo posto avremo un QR Code all’interno dell’app IO presente sul nostro smartphone. Questo, con ogni probabilità, sarà da mostrare alle forze dell’ordine durante un eventuale controllo nel quale, grazie a un lettore ottico, sarà possibile verificare in pochi secondi la correttezza delle informazioni relative sia al documento che al suo titolare. Fra queste, la sua tipologia, la sua data di scadenza e il saldo punti, che comunque ognuno di noi può già consultare dal sito del portale dell’automobilista.

Patente digitale: vantaggi e cambiamenti

Quali vantaggi assicurerà il nuovo formato della patente di guida? Innanzitutto, leggerezza. Nei nostri portafogli, soliti abbondare di tessere e documenti, ce ne sarà uno in meno. E uno fondamentale, visto che, al pari della carta di identità, anche la patente deve essere sempre con noi. Ci sarà poi un guadagno di tempo nei controlli, visto che l’operazione avverrà in pochi secondi. Infine, ci saranno benefici anche per l’ambiente, perché si produrrà molta meno plastica necessaria alla fabbricazione del modello vigente.

La patente digitale cambierà alcune nostre abitudini quotidiane. Se finora era indispensabile avere con noi il portafogli, dal prossimo anno sarà fondamentale invece lo smartphone. Il suo avvento rappresenta un altro passo in avanti nell’informatizzazione della burocrazia delle quattro ruote dopo l’introduzione delle multe digitali, di cui vi avevamo parlato nelle scorse settimane.

Come siamo arrivati alla patente digitale?

Per finire, alcuni cenni storici sull’evoluzione della patente. Uno specchio del cambiamento dei tempi. Dal 1959 in avanti, cioè da quando fu introdotto il nuovo codice della strada, si sono alternati ben dieci modelli di questo prezioso documento. Tra i più significativi, si segnalano proprio quello di allora, formato da un libretto

Ford Bronco: a breve anche in Europa


Ford Bronco: a breve anche in Europa

Alla fine del 2023 arriverà anche da noi il SUV dell’Ovale Blu icona dell’off road

Tenetevi pronti. Perché sta arrivando. Anche in Europa. Ford Bronco, lo storico fuoristrada dell’Ovale Blu, sbarcherà anche nel Vecchio Continente. L’ora ics scoccherà alla fine del 2023. E sarà un evento storico per tutti gli appassionati delle quattro ruote, che per la prima volta potranno acquistare direttamente sul territorio, senza doverlo importare dal mercato americano, questo icona dell’off road.

Prodotto ininterrottamente dal 1966 al 1996 in cinque serie, fin dai suoi esordi Ford Bronco ha assolto al meglio la funzione per la quale era stato progettato: consentire a chiunque avventure senza limiti. Su ogni fondo stradale e in qualsiasi condizione atmosferica. Un obiettivo in linea con il suo nome. Perché “bronco” è una parola spagnola, che significa “rude” e che negli States si adopera per quei cavalli che, pur addestrati per i rodei, mantengono comunque le loro innate caratteristiche di equini dai movimenti rapidi, improvvisi e scontrosi.

Ford Bronco: gli esterni

Fedele allo spirito della tradizione è anche l’attuale versione del Ford Bronco, ritornato sul mercato nel 2020 dopo ben venticinque anni di assenza. Con tante novità sul piano aerodinamico, meccanico e tecnologico. Partiamo dal design. Il suo aspetto è sempre sinonimo di audacia e determinazione per merito innanzitutto dell’enorme griglia anteriore, sulla quale campeggia il suo nome, e delle sue linee, decise e squadrate.

Completano il veicolo i pannelli della carrozzeria piatti, i fari circolari, i passaruota in plastica e i trail sights, ovvero delle sezioni rialzate dei parafanghi anteriori che consentono al guidatore di individuare al meglio gli angoli del veicolo e quindi di disimpegnarsi senza problemi nelle situazioni di off road.

Una delle novità di questa versione di Ford Bronco è l’hard top rimovibile. Così da avere più visibilità e respirare al meglio il profumo dell’avventura. Per fruire delle stesse sensazioni, si potranno rimuovere anche le porte, da custodire senza problemi all’interno del veicolo nelle borse a loro dedicate, per poi essere montate nuovamente alla prima occasione disponibile. Un’operazione eseguibile in pochi minuti.

Ford Bronco: modalità di guida e telaio

G.O.A.T.“. Goes Over Any Type of Terrain. E cioè “capace di superare ogni tipo di terreno”. È l’appellativo che si è meritato il nuovo Ford Bronco, grazie al suo innovativo sistema di trazione integrale e le sue numerose possibilità di guida. Dove spiccano il Trail Control e ben sette differenti modalità di stare al volante, selezionabili col “Terrain Management System“. Grazie a esso il conducente potrà scegliere la tipologia più adatta in base alla superficie che sta percorrendo. Oltre a quelle per l’asfalto – Normal, Eco, Sport e Slippery – quelle per l’off road propongono Mud/Ruts, Sand e Baja, spregiudicata e senza limiti.

Però la capacità di affrontare ogni superficie senza problemi da parte del nuovo Ford Bronco deriva innanzitutto dalle sue dimensioni e dal suo telaio. In acciaio, altamente resistente con sette